Cronache

Allarme infibulazione, Italia al top nell'Ue: 40mila bimbe vittime

Molti medici praticano, a pagamento, l’infibulazione spesso senza anestesia e con strumenti non sterili

Un vero e proprio allarme sociale che da troppo tempo resta nell'ombra. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sono 135 milioni nel mondo le bambine che sono sottoposte ad infibulazione. Solo in Italia si calcola che le vittime siano circa 40mila. È il dato più alto in Europa, che in totale conta 500mila casi. A portare all'attenzione del parlamento questi dati drammatici è stato Antonio Palagiano, il capogruppo dell'Idv in Commissione Affari sociali alla Camera. Nell'interrogazione al ministro della Salute Renato Balduzzi, l'esponente dipietrista ha fatto notare che "l’infibulazione ha gravissime conseguenze sia fisiche che psicologiche".

"Il problema dell’infibulazione investe pienamente anche il nostro Paese", ha detto chiaramente Palagiano. Secondo l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), in Italia ogni anno ci sono tra le 2mila e le 3mila bambine a rischio di essere infibulate e nella sola capitale. Dal 1996 ad oggi sono, infatti, state curate oltre 10mila donne immigrate vittime di questa pratica. In Italia è in vigore una legge che vieta la mutilazione genitale femminile punendo chi la pratica con pene fino a dodici anni di reclusione e, per il medico che ne fosse autore, con l’interdizione dalla professione. Secondo l’Inmp, nel nostro Paese ci sarebbero ancora alcuni medici e anziane donne delle comunità extracomunitarie che, a pagamento, praticano l’infibulazione, spesso senza anestesia e con strumenti non sterili.

"Per aggirare le misure previste dalla nostra normativa, le bambine vengono spesso ricondotte nel paese d’origine per subìre l’orrenda procedura", ha spiegato oggi il deputato dipietrista ricordando che "in molti paesi europei le mutilazioni vengono eseguite nei centri di chirurgia estetica vaginale o in quelli che effettuano piercing e tatuaggi".

Proprio per questo, Palagiano ha chiesto a Balduzzi "se non intenda avviare uno studio per definire il fenomeno dell’infibulazione in Italia" e "promuovere campagne di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno che pare tutt’altro che superato, con particolare attenzione alle scuole e quindi a giovani ed adolescenti, al fine di indurli a sviluppare gli strumenti che servano loro per prendere decisioni autonome sulle loro vite e per infrangere pericolosi retaggi culturali, compresi quelli della discriminazione di genere e della violenza tramandati, in alcune comunità, da una generazione all’altra".

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