Cronache

Anche alcuni religiosi pugliesi coinvolti in festini gay

Sono finiti nel dossier hot del gigolò Francesco Mangiacapra

Anche alcuni religiosi pugliesi coinvolti in festini gay

Tre i religiosi baresi coinvolti nel dossier sui festini gay che sta facendo tremare la chiesa di Puglia. Due fanno parte dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto: uno di loro è ancora studente. Il terzo è sacerdote nella circoscrizione vescovile di Molfetta-Terlizzi (sempre in provincia di Bari).

A darne notizia il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno", dove si legge che oltre, ai tre baresi, ci sarebbe anche il nome di un prelato di Nardò, centro in provincia di Lecce.

Pochi giorni fa, un ex avvocato napoletano, oggi gigolò, Francesco Mangiacapra, ha reso noto, presso la curia di Napoli, un dossier di milleduecento pagine con sessanta nomi di preti, religiosi e seminaristi che avrebbero avuto con il giovane incontri sessuali gay a pagamento. Non solo, ma anche videochat e messaggi con foto inequivocabili.

Si grida allo scandalo anche nella Puglia che si prepara ad accogliere papa francesco il prossimo 17 marzo nel foggiano, a San Giovanni Rotondo.

Mangiacapra, oltre al compact disc in cui è contenuta la documentazione hot consegnata alla curia campana, continua a spiegare in diverse interviste e interventi anche le motivazioni del gesto "Il mio - ha dichiarato l'ex avvocato - è prima di tutto un messaggio sociale e politico, legato alle libertà, anche sessuale, alla base di tutti i diritti civili e umani. Fondamentalmente quella parte corrotta del clero, non fa altro che usufruire di quella libertà che poi ogni domenica, dal pulpito, condanna".

Ancora rimangono anonimi i nomi e i luoghi utilizzati dai preti pugliesi coinvolti nello scandalo. Secondo quanto si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno, se la curia di Napoli (che sta esaminando il dossier) dovesse ritenere di inviare le segnalazioni a Bari, sarà avviato un processo di accertamento delle "accuse" di Mangiacapra. Se le stesse dovessero rivelarsi veritiere,si darà inizio ad un secondo processo che prevede prima i colloqui con le persone coinvolte al fine di cercare il loro recupero "morale", con eventuali supporti psicologici, e quindi una scelta definitiva. Non è escluso che i preti coinvolti siano ridotti allo stato laicale, svestendo la tonaca.

Le chat in cui i religiosi parlavano con Mangiacapra sono "Grindr" e "Romeo". E come scrive "gaynews.

it" nel dossier c'è anche un guardiano cappuccino pugliese che avrebbe organizzato orge in convento insieme a un altro confratello.

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