Cronache

Anche SOS Méditerranée firma il Codice di condotta per le Ong

Resta contraria Sea-Watch. "Agenti armati per noi sono punto non negoziabile"

 Anche SOS Méditerranée firma il Codice di condotta per le Ong

C'è un nome in più nell'elenco di quanti hanno firmato il Codice di condotta stilato dal Viminale e destinato alle Ong. È quello di SOS Méditerranée, che al governo aveva chiesto un nuovo incontro per chiarire i punti su qui ancora sorgevano perplessità e che questa mattina ha confermato il suo "Sì" alle tredici regole a Roma.

L'ong va così ad aggiungersi a Save the Children, Moas, Proactiva Open Arms e Sea Eye, che già avevano accettato il regolamento, al quale si sono invece opposte Medici senza frontiere Jugend Rettet e Seawatch, contestando soprattutto la presenza a bordo di agenti armati e il divieto di trasbordo su altre imbarcazioni.

Proprio per questo SOS Méditerranée ha voluto aggiungere al Codice un addendum, nel quale si chiarisce che "non implica una limitazione della pratica dei trasbordi, e che i trasbordi saranno effettuati sotto il coordinamento eslusico del centro Mrcc di Roma".

L'ong, che ha ottenuto gli agenti non siano armati a bordo, perché "il codice non menziona di portare armi". In una delle 13 richieste del Viminale si legge che le organizzazioni devono impegnarsi a "ricevere a bordo, su richiesta delle autorità nazionali competenti, 'eventualmente e per il tempo strettamente necessario', funzionari di polizia giudiziaria che possano raccogliere prove finalizzate alle indagini sul traffico".

SOS Méditerranée ha anche aggiunto che continuerà a collaborare con Medici senza frontiere, che è però fuori dal "patto" col Viminale.

Msf ha spiegato da allora le sue ragioni, sottolineando che in tutti i teatri in cui è attiva nel mondo, contesti di guerra compresi, fa il possibile perché le armi non entrino negli ospedali o nelle aree in cui opera. Jugend Rettet è invece finita al centro dell'attenzione per un'inchiesta aperta in Italia e che li accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Resta contraria alla firma Sea-Watch, che se vuole "mantenere aperto il dialogo e continuare a cooperare con il ministero dell'Interno italiano", dice però che "firmare il codice così come è adesso non è di aiuto per nessuno". Sandra Hammamy, della Ong tedesca, ha ribadito: "Per noi ci sono dei punti non negoziabili nel codice, tra cui in particolare la possibilità che agenti della polizia giudiziari salgano a bordo armati.

C'è bisogno di trovare un compromesso".

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