Cronache

"Ashley, io non sono un cane": così il clandestino l'ha uccisa

Dopo un rapporto sessuale consenziente lei ha cercato di mandarlo via da casa in maniera brusca e dicendo che stava per arrivare il suo fidanzato

"Ashley, io non sono un cane": così il clandestino l'ha uccisa

Dopo un rapporto sessuale consenziente lei ha cercato di mandarlo via da casa in maniera brusca e dicendo che stava per arrivare il suo fidanzato. Lui ha risposto: "Non sono mica un cane" e l’ha spinta, facendole battere la testa. In base a quanto si apprende sarebbe questo il racconto fatto da Diaw Cheik Tidiane fermato per l’omicidio di Ashley Olsen. Secondo la procura invece lui l’avrebbe colpita alla testa o gliela avrebbe fatta sbattere su una superficie, strangolandola poi con un laccio o una catenina. Dopo essere stato fermato dagli investigatori, l’uomo, un pr di discoteche, ha ammesso di aver incontrato l’americana la sera dell’omicidio e ha poi detto di essere stato invitato a casa da lei.

Fra gli elementi a carico dell’indagato, il fatto che, nei giorni scorsi, ascoltato in questura, avesse fornito un alibi fasullo, dicendo che quella notte si trovava in casa. Non solo.

Nei giorni successivi all’omicidio l’uomo, ha anche utilizzato la propria sim nel cellulare della ragazza.

Commenti