Cronache

Asti, il vescovo rifiutato dal Vaticano: "I cattolici mi scomunicano"

Monsignor Domenico Fiume vuole passare dalla Chiesa ortodossa a quella cattolica e per questo è incorso nella scomunica. Ma i fedeli affollano le sue messe

Asti, il vescovo rifiutato dal Vaticano: "I cattolici mi scomunicano"

La storia di Padre Gabriele, al secolo Domenico Fiume, autoproclamatosi vescovo di Ferrere, nell'Astigiano, è piuttosto curiosa. È la storia, raccontata dalla Stampa, di un uomo di 38 anni di origini calabresi ma cresciuto nell'Oltrepo pavese, toccato dalla vocazione della Fede.

E che si fa prete della Chiesa Ortodossa, dove cresce e scala le gerarchie, diventando anche vescovo. A un certo comprende di "non riconoscersi nell'ortodossia ma di essere di animo cattolico". Sogna di essere accolto nella Chiesa di Roma, di essere riconosciuto da Papa Francesco.

Nel frattempo però celebra messa, comunica i fedeli - con spirito tradizionalista, rigorosamente in bocca - prega per i malati e per gli indemoniati. A Ferrere, 1600 anime sulle colline del basso Piemonte, ha fondato il monastero di San Bartolomeo apostolo e alle sue funzioni si presentano decine di fedeli.

Peccato che tutto questo sia avvenuto senza l'autorizzazione delle gerarchie, che a dire la verità si sono piuttosto irritate per un tale attivismo. Tanto che, nella persona del vescovo di Asti, monsignor Francesco Guido Ravinate, hanno scomunicato padre Gabriele.

"Con grave afflizione la Chiesa di Dio ha preso atto che il signor Domenico Fiume si fa chiamare padre Gabriele facendosi passare per presbitero diocesano senza avere validamente ricevuto il sacramento dell’Ordine - si legge nella bolla di scomunica - Risulta essere aderente all’organizzazione scismatica Società Papa Leone XII. Attenta al Sacrificio Eucaristico e e compie altri atti di culto riservati ai Ministri ordinati. Si fa passare per vescovo della chiesa cattolica indossando le relative insegne pontificali e senza essere stato all’ordine dell’Episcopato. Eì quindi incorso nella scomunica latae sententiae".

Ma padre Gabriele non ha intenzione di cedere: "La Chiesa non è monopolio di nessuno. Il signor Ravinale non può scomunicarmi, come io non potrei scomunicare lui o un protestante.

" Nel frattempo i suoi fedeli continuano a seguirlo.

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