Cronache

Bagheria, dottoressa aggredita: "Qui è un ring"

Alessandra Pizzo, dottoressa di 31 anni, denuncia su Facebook di essere stata vittima di un'aggressione nella guardia medica di Bagheria, in provincia di Palermo

Bagheria, dottoressa aggredita: "Qui è un ring"

"Qui è un ring". Lo scrive su Facebook Alessandra Pizzo, dottoressa di 31 anni dopo essere stata vittima di un'aggressione nella guardia medica di Bagheria, in provincia di Palermo.

"Non mi sono mai sentita sicura dentro quella guardia - ha scritto la dottoressa - spesso sembra un ring piuttosto che un posto di lavoro. Se a 31 anni mi togliete la passione e la dedizione per questo 'lavoro di trincea' finirò per scappare via anche io. Bisognerebbe ricominciare da 'ama il prossimo tuo come te stesso', poi capire il rispetto per il medico". La Pizzo, lo scorso 26 gennaio, è stata picchiata dalla nonna di un bimbo a cui lei aveva negato di parlare al telefibi con la pediatra. "C'era il telefono guasto, la fila in sala d' attesa e io stavo visitando un paziente: così mi sono meritata una sublussazione del pollice. Mi ha minacciato 'la prossima volta ti gonfio la faccia' poi è passata alle maniere pesanti", ha aggiunto la dottoressa che, avendo riportato questo danno fisico con relativa prognosi di 15 giorni di malattia, ha deciso di denunciare la "nonna picchiatrice". "Fisicamente non posso fare nulla senza usare la mano. Psicologicamente mi sento ancora più vulnerabile di prima. Questa volta mi è andata bene, la prossima potrei morire", sottolinea la Pizzo che ora vive con " l'incubo delle ritorsioni". "Io mi espongo quotidianamente. Avrò molta paura a tornare a lavoro, dove mi accompagnano sempre o mio papà che ha 69 anni e dovrebbe fare il pensionato o mio marito. Le aggressioni verbali sono frequenti, non mi sento serena. Lavoriamo in un posto videosorvegliato, ma non basta. Così come il dispositivo che allerta le forze dell'ordine, non basta", spiega che servirebbe "l'esercito", soprattutto a difesa delle donne in camiche che lavorano di notte o che svolgono visite a domicilio. "Llì possiamo trovare di tutto", confessa a La Nazione. La Pizzo, infine, lancia un appello alle istituzioni e dice: "La figura del medico una volta era vista con un rispetto che sfiorava la devozione, ora deve eseguire quello che dice il paziente. Per fortuna, però, le persone non sono tutte così.

Per non parlare, poi, della tendenza contemporanea - a cominciare dagli spot tv - a spingere verso le denunce contro i medici, così perdiamo di credibilità e rispettabilità".

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