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Per Balotelli il nero non può stare a destra

Per Balotelli il nero non può stare a destra

Il senatore Tony Iwobi è un problema. Un problema serio, un fastidio, come un foruncolo sul naso, un prurito alle ascelle. Il senatore Tony Iwobi ha spiazzato tutti, lui, nero di pelle, immigrato quarant'anni fa in Italia e da ventiquattro fedele alla Lega di Miglio, di Bossi e, oggi, di Salvini. Primo deputato di colore di fede leghista. Non può essere, non è tollerabile, non è umanamente logico nella tossica logica della sinistra, non è ammissibile e ammesso nel club dei benpensanti, degli intellettuali a gettone, di elettori sedicenti «impegnati» ma non a destra, perché in questa zona l'impegno non è previsto o compreso, essendo un'esclusiva divina o ereditaria dell'altra parte. Perché se sei leghista, per forza devi essere contro i neri, contro i diversi, contro tutti.

Balotelli Mario, noto alle cronache e alla storia per il suo pensiero, la sua competenza, appunto per il suo impegno nella azione politica, si è messo alla testa del nuovo plotone che si è formato dopo il 4 marzo e, dunque, ha attaccato l'elezione, al Senato, del nigeriano di Gusau. L'ex calciatore di molte squadre, oggi più che superMario superMilionario, per meriti non oggettivi ma del suo procuratore, l'eccellente Raiola, ha scelto per Iwobi la parola «vergogna» sostantivo che mai ha frequentato ma che torna utile alla bisogna per farsi riconoscere. Balotelli Mario razzista contro il senatore nigeriano colpevole di tradimento perché iscritto alla Lega, perché è severamente proibito, per un nero, aderire a un'idea o a un partito diverso dalle sinistre, al plurale visto il numero di fazioni e correnti che la agitano e la contraddistinguono. Lo stesso Balotelli Mario, nella circostanza, ha approfittato per giurare eterna fedeltà alla sua patria (si può dire o scrivere o, anche questo è vergognoso?) in occasione dell'anniversario dell'indipendenza: «Prometto sul mio onore di essere fedele e leale alla mia terra madre. Mi dono al servizio del Ghana con tutta la mia forza e tutto il mio cuore... Felice 61° giorno dell'Indipendenza!». Fa benissimo, merita l'encomio, mi auguro, però, che impari il testo di Mameli e non torni a biascicare l'inno, come ai tempi belli, quando vestiva la maglia azzurra della nazionale, esibendosi, addirittura, al pianoforte sulla stessa musica di Novaro.

Ma tutto quello che è stato consentito, a prescindere, al Balotelli, sia privato che pubblico, non può essere consentito, in altro argomento, a Iwobi, che, a differenza del celebre sportivo, si è laureato in informatica, negli Stati Uniti, dopo avere giocato in vari ruoli, stalliere, muratore, idraulico, netturbino, cadendo, ahi lui, nella trappola leghista, così tradendo l'Africa e il suo popolo, compreso Balotelli Mario, debbo presumere. Non basta occuparsi dell'immigrazione con la Lega, si deve farlo come usa fare Balotelli che la scorsa settimana ha incontrato gli ospiti del centro profughi di Brescia ribadendo il suo no al razzismo. Così si fa politica, mica con Salvini che secondo il raffinato Oliviero Toscani ha il profilo dell'uomo di Neanderthal, questo è il vero rispetto per gli avversari, questa è la vera lotta al razzismo, non certo quella ciurma di legaioli, ignoranti, ritardati, oggi rappresentati al Senato della repubblica da un nero traditore. Ennio Flaiano aveva previsto tutto, basta spostarsi a sinistra, allora comunisti, e il gioco è fatto con numerosi vantaggi; sarete temuti e rispettati; libertà privata totale; ampie possibilità per il futuro; viaggi in comitiva; nessuna perdita in caso di persistenza del Sistema; guadagno in caso di rivoluzione (almeno per i primi tempi); colloquio con i giovani; ammirazione del ceto borghese; ampie facilitazioni sessuali; possibilità di protesta; rapida carriera; firma su manifesti vari; impunità per delitti politici e di opinione; in casi disperati, alone di martirio. Ecco il riassunto di Balotelli Mario da Palermo. Baciamo le mani.

Anzi i piedi.

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