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La banda che ruba yacht nel Mediterraneo

Yacht forse rivenduti in Sudamerica, imbarcazioni di lusso sparite nel nulla: una banda di ladri agisce in tutto lo specchio del Mediterraneo. Italia e Turchia tra i paesi più colpiti

La banda che ruba yacht nel Mediterraneo

Una banda capace di colpire in tutto il Mediterraneo ed in grado di rubare yacht di lusso, dalla Spagna fino alla Turchia.

Si profila lunga e delicata l’indagine iniziata proprio dalla polizia turca, la quale chiede adesso anche aiuto all’Interopol: per ora, come scrive Guido Olimpio sul Corriere della Sera, ad essere assicurato nelle disponibilità della giustizia è un ladro arrestato a Mosca.

La vicenda assume contorni intricati: si parte dall’obiettivo di una banda composta da almeno una dozzina di persone, che prende di mira yacht di lusso in diversi porti mediterranei. Una banda il cui lavoro appare ben collaudato: nulla viene lasciato al caso, tutto al contrario appare studiato fin nei minimi particolari.

Una volta rubati li yacht, la banda riesce a far perdere ogni traccia di sé e dei mezzi, con la polizia che ha non poche difficoltà a rintracciare quanto trafugato. Infine, è un mistero anche la destinazione deli yacht rubati: forse, è il pensiero di molti, vanno in Sudamerica e qui vengono acquistati da personaggi facoltosi.

L’uso può essere privato, così come volto a riciclare la merce oppure ad utilizzarla per scopi relativi al contrabbando. Ma al momento queste sono soltanto supposizioni.

Di certo c’è che la banda riesce in pochi mesi a rubare decine di mezzi, creando scompiglio nei porti turistici del Mediterraneo dove vengono noleggiati o riparati yacht dal valore anche di milioni di Dollari.

Il meccanismo con cui agisce la banda appare, come detto, tanto intricato quanto però ben collaudato. I ladri sembrano dividersi i compiti: vi è un primo gruppo che opera come vera e propria testa di ponte. Si tratta più spesso di un’apparente coppia facoltosa che, arrivata a destinazione, chiede di noleggiare barche a vela e yacht di lusso.

Versata la caparra, entrano in azione i ladri incaricati di eseguire materialmente il furto. Grazie a dei passaporti falsi, i banditi caricano provviste sul mezzo che si vuole rubare e partono lasciando poi il primo “team” in albergo a fare da copertura.

Un meccanismo che, ripetuto più volte in Turchia, fa destare la curiosità da parte delle autorità locali: da qui poi si scopre che colpi del genere, come detto, vengono effettuati nel resto del Mediterraneo.

Una volta in alto mare poi, i ladri staccano il sistema che trasmette un segnale di riconoscimento, impiantandolo in una scialuppa di salvataggio che tirano già in acqua e che viene lasciata alla deriva. Un modus operandi che confonde ulteriormente gli investigatori i quali, trovata la traccia di una yacht rubato, trovato sul luogo soltanto una piccola imbarcazione di salvataggio.

Le azioni delle autorità delle ultime settimane, portano al ritrovamento di almeno sei barche rubate, ma di tante altre non si sa nulla, né tanto meno sembra facile arrivare all’individuazione totale della banda.

Complessivamente, secondo gli ultimi dati aggiornati, 24 furti del genere sarebbero stati perpetuati in Italia, 6 in Croazia, 14 in Grecia, più i tanti furti denunciati alle autorità di Ankara.

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