Cronache

Baobab, il centro sociale pro accoglienza che sfida Salvini

Il centro sociale Baobab è uno dei principali operatori di accoglienza a Roma. Nonostante la chiusura e lo sgombero del palazzo occupato nel 2015, gli attivisti organizzano tendopoli e presidi per i migranti

Baobab, il centro sociale pro accoglienza che sfida Salvini

Il centro sociale Baobab è stato a lungo un punto di riferimento a Roma per l'accoglienza dei migranti. Il 6 dicembre 2015 l'autorità giudiziaria ne ha disposto la chiusura in seguito a una decisione del tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha chiesto la restituzione dei locali occupati al proprietario dello stabile, la società immobiliare Tamarri, sgomberando dunque il centro d'accoglienza.

Ma nel 2016 il gruppo di volontari, privati cittadini e operatori sociali di Baobab, si sono quindi costituiti nell'associazione "Baobab Experience" e hanno continuato a fornire accoglienza ai migranti prima a via Cupa, poi a Largo Spadolini e infine a Via Gerardo Chiaromonte dietro la stazione Tiburtina, dove si trova il centro di accoglienza attuale. A supportarli anche associazioni mediche e legali e dalla rete costituita con attivisti dei diritti umanitari nazionali ed europei.

"Più di 70 mila persone sono passate dai nostri campi, allestiti con mezzi donati dalla cittadinanza, ricevendo cure mediche, cibo, una sistemazione per la notte, assistenza legale", rivendicano sul loro sito, "Sono donne, uomini e bambini in transito verso altri paesi europei o richiedenti asilo in Italia, che a Roma, dopo viaggi estenuanti in cui rischiano dalle torture alla morte, sono costretti ad aspettare circa un mese e mezzo in strada prima di poter accedere alle pratiche legali".

Ad agosto era stata proprio l'associazione "Baobab Experience" a denunciare Salvini per "istigazione all'odio razziale".

E oggi hanno ammesso di aver coperto i migranti sbarcati dalla Diciotti e fuggiti mentre venivano smistati nelle diocesi che avevano accettato di ospitarli.

Commenti