Cronache

Basilicata, record italiano dei siti potenzialmente inquinati

La Regione ha il numero più alto di aree da bonificare per numero di abitanti secondo i dati dell'Arpab. Bonifiche ancora lontane

Basilicata, record italiano dei siti potenzialmente inquinati

Basilicata terra d'Italia con il più alto numero di siti potenzialmente inquinati in proporzione al numero degli abitanti.
I dolorosi dati che suonano ancor più beffardi se si pensa ai paesaggi cantati da poeti come Rocco Scotellaro, sono stati rivelati da un rapporto dell'Arpab, l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente che si occupa delle considerazioni statistiche. I numeri risalgono al 2013. Dietro, ma di molto, si sono piazzate in questa classifica la Calabria e la Sardegna. Solo decima, un po' a sorpresa, la Campania che per la "Terra dei fuochi" si pensava primeggiasse.
La situazione è assai delicata. Perché i siti potenzialmente contaminati non sono solo quelli di interesse nazionale della Valbasento e di Tito in provincia di Potenza. E i numeri preoccupano. Solo a Tito, paese di appena 7mila abitanti ci sono addirittura 97 aree a rischio inquinamento, ma, come dicevamo, sono da considerare i numeri preoccupanti di altre realtà fuori dalla dimensione e dalla logica dei Siti di interesse nazionale. A Ferrandina di siti potenzialmente contaminati se ne contano 75; a Pisticci in provincia di Matera 59. L'industrializzazione del passato con i suoi veleni e l'avventura petrolifera del presente mettono il territorio lucano a rischio con le bonifiche ancora lontane.
Il censimento dei siti lucani è stato possibile grazie a una legge del 2006 alla quale la Basilicata si è attenuta mappando il territorio. Per l'applicazione della legge si sono battuti i radicali lucani, in particolare Maurizio Bolognetti che oggi dice al quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno": "L'anagrafe dei siti inquinati c'è ma nessuno la consulta". Aprendo così il capitolo delle responsabilità e degli interventi soprattutto, ancora da scrivere per intero. È grazie ai cinque anni di battaglie che oggi è possibile vedere, a portata di click, sul sito della Regione Basilicata (basilicata.net/giunta/archivio/piano regionale rifiuti) tutte le schede anagrafiche dei siti inquinati (sono circa 600, secondo quanto dichiara Bolognetti a "IlGiornale.

it") con tutte le informazioni sul livello di inquinamento.

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