Cronache

Giovani italiani sempre più social, ma sempre più pigri

I risultati di un'indagine nelle scuole sugli stili di vita: i ragazzi sono sempre più social (e pigri). Disinformazione assoluta sulle malattie sessualmente trasmissibili

Giovani italiani sempre più social, ma sempre più pigri

Social e sedentarietà, un binomio micidiale per i ragazzi e per i genitori alle prese con un cambiamento epocale. Dimenticarsi i giochi di strada e la chiassosa allegria dei luoghi di raccolta della gioventù. Le nuove generazioni sono sempre meno dinamiche e sempre più solitarie, alle prese con la discutibile (e insidiosa) socializzazione on line, virtuale.

A sottolinearlo l'indagine nazionale “Adolescenti e stili di vita” realizzata da Laboratorio Adolescenza e dall'istituto di ricerca Iard. L'analisi ha riguardato un campione nazionale di 2mila 890 studenti. Una platea ritenuta rappresentativa perché composto da studenti delle scuole medie superiori.

Cosa ha prodotto la ricerca? Una fotografia certo nitida del presente con una gioventù critica nei confronti della comunità sociale. È particolarmente sentito il tema della penalizzazione delle donne nell'ottica della disparità di genere (tra lavoro e società) ma i più giovani si dicono anche preoccupati per i casi di violenza di genere. La loro percezione è che siano in aumento. I giovani italiani si promuovono per quel che concerne il profitto: a loro giudizio rappresentano una generazione studiosa e si proclamano soddisfatti circa la delicata e importante scelta della scuola superiore da seguire. Gli studenti vedono però assai nebuloso il futuro lavorativo.

Le note dolenti, come dicevamo, riguardano la sedentarietà e l'uso dei social. In premessa va sottolineato come ci siano luci e ombre rispetto a un'altra delicata voce d'indagine: l'alimentazione. Gli stili alimentari infatti disegnano luci e ombre: si consumano abitualmente frutta e verdura, ma piace poco la prima colazione scarsamente frequentata dai giovani. L'uso dei social è sovrano, così come la scarsa pratica in attività sociali. La sedentarietà, abbinata alla scarsa attività sportiva, determina un cocktail pesante al quale aggiungere la grave disinformazione sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.

L’indagine è stata realizzata distribuendo un questionario a risposte chiuse ad un campione nazionale rappresentativo di studenti frequentanti le scuole secondarie (fascia d’età 13-19 anni; età media 16,5 anni). I criteri geografici hanno riguardato tutte le aree del Paese: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole. Presi in considerazione il tipo di scuola (licei e altre scuole) e l’ampiezza demografica delle città (aree metropolitane e altre).

I questionari sono stati somministrati a scuola, durante l’orario di lezione, alla presenze dell’insegnante e di un intervistatore, tra i mesi di novembre 2017 e aprile 2018.

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