Cronache

Basta farmaci per la cura del reflusso gastro-esofageo

Una fiammata dietro lo sterno, poi su per la gola e la percezione di rigurgito acido in bocca. Sono i principali sintomi del reflusso gastroesofageo. Una condizione molto comune (affligge il 10 per cento degli italiani), causata dal malfunzionamento della valvola posta tra esofago e stomaco (sfintere esofageo inferiore o cardias), che fisiologicamente si apre per consentire il passaggio degli alimenti e si richiude subito dopo, affinché i succhi gastrici non risalgano. Oggi una nuova tecnologia (Endostim), dotata di pacemaker, modulabile in base all'intensità dei sintomi e disattivabile in periodi di remissione della malattia, offre promettenti vie di trattamento, per questa condizione patologica. Apripista, a livello nazionale, nell'applicazione della nuova tecnica, è l'Irccs Policlinico San Donato, dove nel dicembre scorso, per la prima volta in Italia, è stato eseguito l'impianto di un sistema di stimolazione dello sfintere esofageo inferiore, per via laparoscopica. Il professor Luigi Bonavina, responsabile UO chirurgia generale della struttura ospedaliera, ha impiantato nello sfintere, per via laparoscopica, due elettrodi collegati a un piccolo generatore di impulsi (pacemaker). Quest'ultimo è collocato in una tasca sottocutanea dell'addome, a sinistra e in basso rispetto all'ombelico. Gli elettrodi conducono impulsi a bassa energia, con una frequenza programmata che stimola il tono del muscolo che, contraendosi, contrasta il reflusso proveniente dallo stomaco. «Questo tipo di intervento rappresenta un'alternativa sia alla terapia continuativa con farmaci inibitori della secrezione gastrica, sia ad interventi chirurgici più complessi»,spiega Bonavina. «Grazie a questo dispositivo non sarà più necessario assumere farmaci, quindi verranno azzerati tutti gli effetti collaterali». Peculiarità della nuova tecnologia (circa 150 i pazienti trattati finora in tutto il mondo) è il miglioramento dei sintomi in circa l'80 per cento dei malati.

Con questo approccio si tratta la malattia da reflusso gastroesofageo nella maniera più naturale e meno invasiva possibile: il chirurgo lascia intatta l'anatomia e pratica, infatti, solo una piccola incisione per inserire i due elettrodi e lo stimolatore.

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