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Di Battista, noi rimbambiti voi frustrati

Di Battista, noi rimbambiti voi frustrati

Si dice che i grillini intercettino la rabbia dei cittadini contro il sistema. I Cinquestelle sarebbero insomma il partito degli «arrabbiati», definizione impropria perché non è che gli altri partiti siano sostenuti da elettori «felici». La rabbia per tutte le cose che non vanno è infatti un sentimento diffuso, trasversale sia alla politica che alle classi sociali. Alessandro Di Battista, viceleader congelato dei Cinquestelle, aggiunge un elemento di classificazione degli italiani: chi non vota i grillini ha detto è un rincoglionito. Quindi, secondo lui, esistono gli elettori arrabbiati-geniali (chi vota Cinquestelle) e quelli arrabbiati-rimbambiti (tutti gli altri).

Offesa a parte, a mio avviso la classificazione è ben diversa. Da una parte - la nostra - vedo persone arrabbiate perché i propri talenti sono frenati da politiche sbagliate e inadeguate, dall'altra la loro - persone incapaci e fannulloni invidiosi dei successi altrui, categoria che potremmo sintetizzare come quella dei frustrati.

Se è vero che la classe dirigente di un partito è lo specchio del suo elettorato, possiamo dire con certezza che fallimenti e rancore sono elementi decisivi del grillino perfetto. Parliamo infatti di persone mediocri che solo nella carriera politica facile, pur incapaci come dimostrano i casi Raggi e Appendino, hanno trovato benessere economico e ruolo sociale, statali di lusso che ben presto hanno imparato i trucchi e le furberie (note spese taroccate, parenti e amici cooptati, vittimismo come arma di difesa) classiche del posto fisso.

Io penso che il loro elettorato non sia dissimile, più interessato all'assegno di mantenimento del «reddito di cittadinanza» che capace di rimboccarsi le maniche per sé e per il Paese, più ansioso di minare la ricchezza altrui che accrescere la propria, più propenso a vendicare i propri fallimenti che a costruirsi un futuro diverso. Viceversa, noi arrabbiati «rincoglioniti» non abbiamo bisogno di una poltrona pubblica per avere reddito o status, nulla chiediamo alla politica se non di essere liberati da oppressione fiscale e burocrazia, non invidiamo nessuno perché siamo stati capaci di realizzare i nostri progetti, riconosciamo e apprezziamo i talenti altrui.

Insomma, signor Di Battista, noi siamo più arrabbiati di voi perché oltre ai nostri problemi dobbiamo sobbarcarci anche i vostri, suoi (vi paghiamo inutilmente lo stipendio) e di molti dei suoi fans.

In questo senso, lo ammetto, facciamo (spero ancora per poco) la figura dei rimbambiti.

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