Cronache

BeeBox, l'armadietto che diventa ufficio

BeeBox, l'armadietto che diventa ufficio

di Jacopo Rossi

“Ad Amsterdam ci sono molti palazzi vuoti, sfitti, e credo sia folle non utilizzarli in nessun modo, anche solo per poco tempo”. È il concetto chiave dal quale l'architetto olandese Christophe Veen è partito per progettare, insieme al suo socio Bart de Groot, la BeeBox.

Chiusa, la "casetta per api" (questa la traduzione letterale), assomiglia ad uno di quegli enormi bauli utilizzati durante i grandi concerti o ad un armadietto fuori misura, munito di ruote. Misura due metri per uno e sessanta, con una profondità di poco meno d'un metro. Aperta, rivela tutta la sua estrema fruibilità: mensole, cassetti ed una scrivania dove trovano facilmente posto due persone.

Così, un magazzino vuoto e silenzioso diventa in breve un ufficio operativo ma ancora silenzioso: le pareti in metallo perforato garantiscono privacy ed un certo isolamento acustico; il lucchetto protegge documenti e computer una volta chiusa la BeeBox.

Un'idea sicuramente rivoluzionaria quella che i due creativi hanno presentato al Fuorisalone: un ufficio compatto e funzionale, adatto, precisano, sia per postazioni permanenti sia sopratutto per necessità temporanee, in caso di fiere, saloni e festival. Proprio la flessibilità è alla base del concetto che caratterizza la BeeBox: chiave alla mano, si apre in pochi secondi, diventando una postazione operativa ovunque ce ne sia bisogno. “La sola cosa di cui hai bisogno, se hai una BeeBox”, 

538em;">conclude sorridendo Christophe, “è una presa”.

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