Cronache

Benigni querela Report per l'inchiesta sui finanziamenti allo spettacolo

​Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi hanno querelato Report per l’inchiesta sui finanziamenti allo spettacolo andata in onda il 17 aprile

Benigni querela Report per l'inchiesta sui finanziamenti allo spettacolo

​Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi querelano Report.

L'avevano annunciato e ora sono passati ai fatti. Lo riferisce in una nota l'avvocato Michele Gentiloni Silveri: "Nell'interesse dei sigg.ri Nicoletta Braschi e Roberto Benigni, sia in proprio che quali soci di Melampo Cinematografica S.r.l., comunico di aver ricevuto mandato di sporgere querela presso la Procura della Repubblica di Roma nei confronti dei dott.ri Giorgio Mottola e Sigfrido Ranucci, nonché di chiunque altro abbia con loro concorso o cooperato, in relazione alle notizie false e gravemente diffamatorie diffuse nel corso della puntata del 17 aprile 2017 della trasmissione Report".

La puntata contestata

La puntata incriminata è qualla di ieri, in cui, il programma, creato da Milena Gabanelli e ora condotto Sigfrido Ranucci, ha proposto un’inchiesta sui finanziamenti allo spettacolo. Prima ancora della messa in onda, l'avvocato dei coniugi, aveva inviato una diffida alla Rai e agli autori.

Nella puntata di lunedì, tra le altre storie, la trasmissione ha svelato la vicenda degli studi di Papigno, una frazione di Terni, dove il regista toscano ha girato "La vita è bella" e "Pinocchio". Nell'ambizioso progetto di Benigni, Papigno sarebbe dovuta diventare i nuovi "Umbria Studios", un nuovo prestigioso polo cinematografico in grado di fare concorrenza anche a Cinecittà.

Le cose, però, viene svelato nell'inchiesta, non vanno come dovrebbero: gli investimenti pubblici, i fondi europei, quelli statali e degli enti locali vengono risuchiati in pozzo senza fondo, senza che il progetto riesca a decollare. Così Benigni e Braschi accumulano un passivo di 5 milioni di euro, finché, racconta sempre il programma, nel 2005, Cinecittà Studios, la società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis e Andrea Della Valle, rilevano gli studi e si fanno carico dei debiti.

Ora che Cinecittà sta per tornare in mani pubbliche, spiega il giornalista Giorgio Mottola, un’imponente mole dei debiti accumulati da Abete e soci e da Benigni e Braschi finiranno allo Stato.

Interpellato dalla trasmissione, Benigni non ha voluto rispondere alle domande del cronista di Report, limitandosi a una battuta: “Non sa quanti soldi ci ho perso”.

Ora è arrivata la querela per mano del suo avvocato.

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