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Berlusconi-Juventus, la sfida che ritorna

Berlusconi-Juventus, la sfida che ritorna

Tutto cominciò allora, giusto 40 anni fa, il 1° novembre del '79 per amore della storia e della precisione. «Incontrai per la prima volta Silvio Berlusconi e gli cedetti il 50% della mia azienda, l'Elettronica industriale. Quel giorno conclusi con lui un accordo di questo tipo: avrei lavorato giorno e notte per realizzare la copertura nazionale delle reti televisive ma il sabato e la domenica li avrei voluti liberi per dedicarli interamente al mio Monza, del quale sono stato per dieci anni, dal '75 all'85, uno dei proprietari».

Comincia così il giro intorno al grande cerchio della vita e delle passioni della famosissima ditta Berlusconi-Galliani passata, con successi ineguagliabili lungo 30 anni, per il Milan e adesso ricongiuntasi con il Monza alle prese con la scalata in serie B. «Fu grazie alla mia esperienza calcistica decennale con il Monza, che Silvio Berlusconi decise di affidarmi le sorti del club rossonero subito dopo l'acquisto datato febbraio dell'86. Un paio di mesi prima mi ero dimesso dal cda del Monza» è l'altra pagina di un affascinante album che continua a regalare emozioni e fascino. «Perciò - ecco la spiegazione didascalica dei grandi amori che non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano - il nostro motto al Monza è diventato sarò romantico. Io sono nato a Monza, ho tifato per la squadra della mia città e ne sono diventato poi uno dei proprietari. Il presidente Berlusconi abita ad Arcore, attaccato allo stadio Brianteo e non ha saltato una sola partita di questa stagione che è la prima, a tutti gli effetti, della gestione Fininvest iniziata un anno prima e inaugurata da una striscia di 5 successi su 5 che sono un piccolo record nella storia del Monza nato nel 1912».

Lunedì 30 settembre, il giorno dopo il compleanno del presidente Berlusconi, è in cartello il match con la Juve U23 e anche qui si ripete l'intreccio con la storia precedente, le grandi sfide tra il Milan di Berlusconi e la Juve degli Agnelli. Forse non c'è un grande nesso ma la suggestione resiste inevitabilmente e affida ai ricordi di Adriano Galliani il compito di ripercorrere quegli anni, «i migliori anni della nostra vita» secondo la vulgata del popolo rossonero, copiata di sana pianta dal testo di Renato Zero.

«Quando entrammo nel Milan avevamo come modello italiano la Juve, rimasta sempre il nostro maggiore competitor. Poi l'abbiamo sorpassata. Ho un preciso ricordo in tal senso, datato 1994. Poche settimane prima di diventare ufficialmente ad della Juve guidata da Umberto Agnelli, Antonio Giraudo venne in ufficio per conoscermi reputandomi il dirigente più esperto del settore. Alla fine di quel colloquio lui mi riconobbe una grande generosità nel raccontargli lo stato dell'arte del calcio italiano: da lì nacque lo storico rapporto con Giraudo», l'altro frammento di storia autentica, un capitolo inedito.

Preceduto peraltro da un altro tentativo di imitazione, non riuscita, con Montezemolo dirigente e Maifredi allenatore. «Il calcio di Arrigo aveva stregato non solo i nostri tifosi ma anche i rivali», la spiegazione indovinata di Galliani. Il quale visse il punto più alto della competizione, nel maggio del 2003, la Champions League alzata nel cielo di Manchester da Paolo Maldini. «Un evento del genere forse non si ripeterà mai più: pensare che i tre club storici, Inter, Juve e Milan si possano affrontare prima in semifinale e poi nella finale, decisa ai calci di rigore, sa quasi di favola e testimonia della grandezza raggiunta dal calcio italiano, specchio anche di un Paese che brillava di luce propria» la riflessione di Adriano Galliani cui resta impressa un'altra serata. «Dopo la semifinale col Manchester del 2007, Kalle Rummenigge mi prese da parte e mi disse: io sogno che un giorno il mio Bayern possa diventare come il vostro Milan». Adesso è un altro Milan del quale Adriano Galliani è rimasto tifoso: fa le smorfie, si agita e urla in tribuna come ai bei tempi andati. «Di certo non morirò interista», giura dopo l'ultimo derby sofferto e perso.

E nel frattempo si accontenta di scortare il Monza in B.

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