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Bionica Bebe: "Per vincere devi dire cattiva e cazzuta!"

A 17 anni è già medaglia d'oro nella scherma. Prossimo obiettivo le paralimpiadi di Rio. Le protesi a gambe e braccia sono la sua caratteristica

Bionica Bebe: "Per vincere devi dire cattiva e cazzuta!"

Compirà 18 anni il prossimo 4 marzo, ma anche i suoi 17 si concludono alla grande con la medaglia d'oro conquistata lo scorso dicembre nella Coppa del Mondo di scherma di Hong Kong. Beatrice Vio, per tutti Bebe, originaria di Mogliano Veneto dove risiede, non ha paura di nulla e continua a collezionare una vittoria dietro l'altra.


Bella come il sole, un'autoironia disarmante, una parlantina irrefrenabile. Perché Bebe è spontanea e soprattutto bionica: quattro protesi a braccia e gambe che come dice lei "sono diventate la mia caratteristica, un po' come avere il naso grosso, oppure un papà pelato!"
È fiera di essere una sportiva ma soprattutto è orgogliosa di se stessa quando riesce a dare una mano agli altri. Fare del bene per lei è come una droga, non può più farne a meno, al punto che se lascia indietro qualcuno rischia di soffrire di sensi di colpa.
Quando racconta che a 11 anni le hanno dovuto amputare avambracci e gambe a causa di una meningite fulminante lo fa con una naturalezza e con un taglio informativo. Ti fissa con uno sguardo affamato di domande, come se volesse tirarti fuori tutte le curiosità, i tuoi dubbi nel vederla indossare le protesi, e si piazza di fronte a te per farti capire con una stretta di mano che lei è in grado di fare tutto, perché per Bebe il limite non esiste.
È la seconda di tre fratelli e fin da bambina è stata abituata a stare in mezzo alla gente: a scuola, negli scout, nella scherma. Per questo affronta la sua condizione fisica con normalità facendo anche dello spirito. Del resto dice: "Se una persona ha un problema e tenta di nasconderlo si vede molto di più, invece se lo tiri fuori subito e spieghi che non ti vergogni e che non ti fai nessun problema, rompi il ghiaccio ed entri subito in sintonia".

Per questo è la prima a prendersi in giro e a prendere in giro, tanto da farti capire che le protesi in fondo hanno i loro vantaggi. Come quando sull'aereo per Hong Kong si è ritrovata tre sedili a sua disposizione, si è sdraiata ma " le gambe uscivano e anche di un bel tocco...così dopo un po' me le sono tolte e ho fatto 13 ore da pascià!".

Da qualche mese si è fatta fare un paio di gambe con tacco 11 e mezzo e doppio plateau. Ma per il suo diciottesimo compleanno ha in serbo una sorpresa, una gamba nuova di zecca su cui non può svelare nulla, certamente avrà un tacco vertiginoso. Come regalo? Una Mini 5 porte grigia con righe bianche. Non vede l'ora.

Ragiona per obiettivi perché spiega "un sogno ce l'hai, un obiettivo lo devi raggiungere e il prossimo è Rio, dove si terranno le paralimpiadi...un mese prima avrò la maturità!".
È dannatamente scaramantica e da grande atleta ha i suoi porta fortuna, il cibo che non può mancare mai tra un allenamento e l'altro e la fatidica frase che ti gasa a inizio gara. "Porto sempre con me squaquero, un pupazzetto trovato per strada a Parigi, un bel pacco di salame Beretta e un ritornello che mi ripeto sempre prima di tirare: cattiva e cazzuta!".
La tecnica per vincere, svela Bebe, è quella di far credere agli avversari che hanno sempre la vittoria in mano. Teme solo un'atleta, si chiama Dany, è ungherese, e per colpa del suo sguardo che distrugge psicologicamente si è ritrovata a perdere quando ormai aveva la vittoria in pugno. Del resto le atlete che ti prendono la testa sono le più pericolose. Mentre sul piano fisico teme " tutta la mandria di cinesi che si allenano nove ore al giorno, vivono in una specie di caserma e prendono la scherma come un lavoro!".


Per Bebe la scherma è uno sport, un hobby, una passione, ma non vuole che diventi un lavoro, per non dire " cavoli deve andarmi bene altrimenti non mi pagano!".

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