Cronache

Bologna, immigrato si masturba di fronte ad una scuola

Le lamentele dei genitori di una scuola media a Bologna. Il migrante si masturba di fronte ai ragazzi

Bologna, immigrato si masturba di fronte ad una scuola

I genitori sono esasperati. Hanno paura per i loro figli. Temono che quel nordafricano senza fissa dimora che da qualche tempo vive sotto i portici di via del Giorgione a Bologna possa creare qualche problema agli studenti della scuola media che si trova in zona.

Il campanello d'allarme è scattato giovedì mattina, quando quel migrante si è masturbato di fronte ai ragazzini increduli. Loro hanno avvistato i professori, che prontamente hanno chiamato i Carabinieri. Ma l'uomo rimane lì. Quella, in fondo, sembra essere diventata la sua nuova dimora.

Di certo non ci guadagna il decoro della zona, né la sicurezza dalla scuola. "Dopo quello che è successo giovedì – racconta una mamma al Resto del Carlino – abbiamo deciso di controllare questa persona, per evitare che si produca di nuovo in questo tipo di attività. Così, ieri, io e una mia amica siamo andate a fare un giro nel giardino. C’eravamo soltanto noi e l’uomo, che da quello che abbiamo appreso fino a qualche tempo fa era ospite del centro di accoglienza di via del Migliario, dopo essersi alzato dal suo giaciglio di fortuna si è tirato giù i pantaloni e si è messo ad urinare. Neppure ha avuto la decenza di girarsi dall’altra parte".

E se di fronte a due donne non ha avuto problemi a mostrarsi nudo e intento ad urinare, figuriamoci cosa potrebbe succedere di fronte ad alcuni bambini. "Se i ragazzini delle medie hanno avuto la prontezza di avvertire le insegnanti - dicono i genitori, preoccupati - i piccoli delle Pedrelli sono del tutto indifesi. Finché questa persona resta qui, servono almeno più controlli, almeno nei momenti di entrata e di uscita dalla scuola".

Intanto il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, si dice pronto ad intervenire in favore dei genitori. "Serve una risposta concreta – attacca – perché è inammissibile che in un contesto protetto accadano cose esecrabili come questa.

Non si tratta di un gesto singolo di uno squilibrato, ma di una ‘abitudine’, a quanto pare ed è necessario porvi rimedio".

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