Cronache

Bombe in Siria: uccisi 160 jihadisti

Sono 160 i jihadisti russi dell’Isis eliminati in Siria: lo sostiene il vice ministro degli Esteri russo responsabile della lotta al terrorismo, Oleg Siromolotov

Bombe in Siria: uccisi 160 jihadisti

Sono 160 i jihadisti russi dell’Isis eliminati in Siria: lo sostiene il vice ministro degli Esteri russo responsabile della lotta al terrorismo, Oleg Siromolotov. "Dalla Russia sono partiti per la Siria 2.719 cittadini russi - ha dichiarato il vice ministro -, 160 sono già stati eliminati, 73 sono ritornati e sono stati condannati, 36 sono stati arrestati". Siromolotov ha ribadito che nelle file dell’Isis combattono oltre 25.000 stranieri. La Russia ha usato contro l’Isis un nuovo tipo di missile da crociera, il Kh-101: lo scrive Rbk citando il Janès Information Group. Gli esperti britannici di questioni di difesa avrebbero riconosciuto il razzo, che si presume abbia una gittata di circa 5.500 chilometri, in un video pubblicato dal ministero della Difesa russo due giorni fa. A lanciare il missile contro i jihadisti in Siria sarebbe stato un bombardiere strategico Tu-160. Intanto lo shock della strage di venerdì a Parigi ha scosso i britannici ma anche alimentato la loro voglia di lotta senza quartiere ad Isis. Il 60% dei sudditi di Sua Maestà vuole che i caccia-bombardieri della Raf colpiscano le postazioni dello Stato Islamico anche in Siria senza limitarsi ai raid solo in Iraq ed il 50% è anche favorevole all’invio di truppe di terra.

Questo perchè, secondo il 54% degli intervistati Londra è destinata comunque ad essere colpita, sia che la Raf intervenga in Siria o meno. È quanto emerge da un sondaggio pubblicato dal Daily Mail che da una mano al governo Cameron e spiazza anche il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn, che sta per affrontare una fronda di 20/25 deputati che vogliono avere libertà di voto sulla richiesta di raid aerei anche in Siria.

La rilevazione evidenzia anche come i britannici restino isolazionisti: il 53% vorrebbe chiudere ’tout court’ le frontiere con l’Ue per impedire permanentemente l’ingresso agli europei nel Regno Unito, percentuale che sale al 55% - neanche tanto e ciò e molto significativo di come i britannici considerino gli europei - se si tratta di profughi siriani.

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