Cronache

Boncompagni, l'ultimo saluto di amici e colleghi nella camera ardente alla Rai

Moltissimi i fan, colleghi e amici venuti a porgere, insieme alla famiglia, l'ultimo saluto a Gianni Boncompagni nella camera ardente aperta al pubbligo nella sede della Rai in via Asiago 10 a Roma

Boncompagni, l'ultimo saluto di amici e colleghi nella camera ardente alla Rai

È stata aperta al pubblico la camera ardente per Gianni Boncompagni, autore, paroliere, conduttore e regista radiofonico e televisivo scomparso domenica, all'età di 84 anni.

In molti sono venuti a portare l'ultimo saluto, tra le lacrime, a quello che viene considerato una vera colonna dell'intrattenimento leggero del nostro paese: prima alla radio con programmi come "Bandiera Gialla" e "Alto gradimento", dove nacque il sodalizio con Renzo Arbore, poi in tv con "Discoring", "Pronto, Raffaella?", dove iniziò il lungo legane anche sentimentale con la conduttrice, "Non è la Rai", "Macao" e "Carramba che fortuna!", e altri.

L'accesso alla camera ardente allestita nella Sala B di Via Asiago, così come alla successiva cerimonia laica, poiché Boncompagni era ateo, è stato vietato alle telecamere. La bara è coperta da piccoli tulipani di tutti i colori e circondata da girasoli. Ma in linea con la goliardia del defunto, alla base del feretro è stata posta la riproduzione del "Ritratto di giovane donna" del pittore fiammingo Rogier van der Weyden, dove il volto della donna è sostituito da quello di Boncompagni.

Commovente l'immenso cuore di garofani rossi inviato da Raffaella Carrà, con una fascia gialla su cui campeggia una semplice "R.". Da Renzo Arbore una grande corona inviata a nome dei "ragazzi del Bandiera Gialla". Un grande cuscino con rose gialle e rosse da parte del sindaco di Roma Virginia Raggi (GUARDA LA GALLERY).

Renzo Arbore

Tra i primi ad arrivare alla camera ardente, allestita nella storica sede di Radio Rai in via Asiago, dove di ritorno da un esordio in Svezia aveva mosso i suoi primi passi professionali in Italia, sono stati gli amici e colleghi più intimi, a partire da Renzo Arbore, che ha collaborato con le tre figlie di Boncompagni per organizzare la cerimonia. "Io e Gianni abbiamo passato una vita a ridere all'insegna della leggerezza. Non abbiamo mai parlato di cose serie - ha aggiunto Arbore - Gianni mi disse un giorno che gli americani improvvisavano. Io avevo qualche esitazione, ma poi ci lanciammo inventando la radio di fantasia", ha proseguito Arbore spiegando che "la cosa che ci accomunava era l'origine provinciale. Ci inventammo delle stupidaggini per sconfiggere la noia".

"Via Asiago 10 è stata la nostra casa. Non si può parlare perché su queste scale eravamo sempre pronti a fare delle malefatte, non solo radiofoniche ma anche nella vita, sfottendo tutti quelli che lavoravano: i nostri tecnici, i collaboratori - ha ricordato l'amico - Questo tributo Gianni se lo meritava, ha rinnovato la radio, la tv d'autore. Abbiamo visto un repertorio straordinario e ci accorgiamo che le trasmissioni che sembravano d'evasione, erano dei veri capolavori di fotografia e di regia. Ha inventato la regia moderna, ha illuminato la televisione in una maniera straordinaria ha portato l'allegria e i primi piani. Merita un riconoscimento perchè è stato un inventore, oggi ci sono tanti amministratori, di inventore come Gianni Boncompagni non esistono".

Raffaella Carrà

Ma l'arrivo più atteso, poco prima dell'inizio della cerimonia laica, è stato quello di Raffaella Carrà, accompagnata da Sergio Japino. "Ho assimilato adesso quello che è successo. Il sodalizio artistico va bene e sono felice per tutti i complimenti professionali che hanno fatto a Gianni in questi giorni. Ma io voglio ricordare l'uomo, quello con cui ho condiviso il quotidiano e le cui tre figliole sono cresciute con me: un uomo sereno, con il coraggio di un leone fino all'ultimo. Gianni se n'è andato piano piano, abbiamo potuto ancora ridere e scherzare, abbracciarlo e dargli tanti bacini fino all'ultimo. Rimarrà sempre nel mio cuore", ha detto Raffaella prima di allontanarsi dall'assedio dei giornalisti con la voce rotta dal pianto.

La figlia

"A mio padre le raccomandazioni facevano orrore e posso veramente dire che l'ironia è stata la parola chiave di tutta la sua vita, della nostra vita". Lo ha detto la figlia di Gianni Boncompagni, Barbara, anche lei autrice tv, ricordando la figura di suo padre uscendo dalla camera ardente, che è stata allestita nello studio B della sede di Radio Rai, a Roma. Parlando con i giornalisti, Barbara ha aggiunto: "Renzo Arbore è stato come uno zio, fa parte della nostra famiglia. Lui e mio padre hanno vissuto delle vite pazzesche. Non li ho mai sentiti parlare male di qualcuno e abbiamo scherzato veramente fino all'ultimo secondo. Non c'era posto più perfetto per allestire questa camera ardente, visto che tutto è iniziato qui".

I colleghi

In un'atmosfera decisamente non funerea, in una Sala B colorata, con schermi tv accesi su immagini di Boncompagni con amici e figlie e con musica leggera in sottofondo, tanti i colleghi e volti noti che l'autore tv aveva contribuito a lanciare e tanti anche i dirigenti ed ex dirigenti di Viale Mazzini presenti alla cerimonia (GUARDA IL VIDEO). Tra questi i consiglieri d'amministrazione Franco Siddi, Rita Borioni e Arturo Diaconale. E ancora Nino Frassica, Marisa Laurito, Paolo De Andreis, il direttore del Tg5 Clemente Mimun, Gegè Telesforo, Gianni Bisiach, Riccardo Rossi, Brigitta e Benedicta Boccoli, e un folto gruppo di altre ex ragazze di "Non è la Rai".

Pino Insegno ha ricordato come "la premiata ditta è stata lanciata da Boncompagni nel 1986". "Con lui è iniziata la mia carriera, non posso dira addio a un uomo del genere", ha detto commosso, poi ha aggiunto: "Ancora non sono sicurissimo che non sia tutto uno scherzo" (GUARDA IL VIDEO).

Fuori dagli schemi il ricordo di Alba Parietti: "Gianni sfatò in me il mito della tv dei raccomandati perché mi scelse con un provino: con lui o riuscivi o te ne andavi, era una scuola cinica ma meritocratica. Voglio ricordare anche il suo cinismo perché Gianni da grande sarcastico si sarebbe annoiato molto ad ascoltare tutte le beatificazioni di questi giorni". "La scuola di Gianni era unica - ha proseguito Parietti - Lui è stato una grande parte della mia vita. Ha fatto una radio e una tv che non esistevano. Lavorare con lui è stata la più grande cosa che si potesse avere".

Commosso e riconoscente il ricordo di Isabella Ferrari: "Gianni è stato una storia d'amore romantica che ho avuto in giovane età. Quando incontri un genio e un anticonformista come lui da giovane, è sicuramente una guida, ti lascia per sempre la sua influenza".

"Lui era simpatia, originalità, unicità e invenzione. Sottraeva per dare molto, una persona intelligente che ha dato moltissimo alla radio e alla tv - ha detto Enrica Bonaccorti, entrando nella camera ardente - Ho iniziato qui, amavamo forse le stesse cose ma lui aveva un sano distacco io forse mi faccio coinvolgere troppo. A pochi passi da qua mi mise su un divano di Raffaela e mi disse tranquilla andrà tutto malissimo, invece andava benissimo, lui magari rovesciava la realtà con un sorriso e facendoci riflettere".

Non hanno rinunciato ad un ultimo saluto anche Ambra Angiolini

html" data-ga4-click-event-target="internal">(GUARDA IL VIDEO), arrivata in lacrime insieme ad Irene Ghergo, Enrico Mentana, Marco Giusti, Nino Rizzo Nervo, Barbara Palombelli, Roberto D'Agostino, Roberto Zaccaria, Walter Veltroni e Fiordaliso.

Commenti