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Boschi, l'ex più bella del reame e gli sguardi d'invidia alla Raggi

Quote rosa, ma verdi d'invidia. Perché davanti al siparietto veniva voglia di fare il tifo per la Raggi e non per la botticelliana Boschi

Boschi, l'ex più bella del reame e gli sguardi d'invidia alla Raggi

Quote rosa, ma verdi d'invidia. È bastata la prima uscita pubblica della neoeletta sindaco di Roma, Virginia Raggi, all'Università Pontificia Lateranense, per capire perché, alla fine, né le donne, né il Pd vincono mai. La grillina Virginia è scesa dal taxi con la fascia tricolore e ha dovuto fendere la maleducata indifferenza delle ministre Maria Elena Boschi e Marianna Madia. Spalle e sguardo altrove le Renzi's girls, puntato su chissà quale obiettivo sopra, molto sopra, oltre, molto oltre la testa della Raggi. E va bene che Maurizio Gasparri ha detto che è stata Virginia a declinare l'invito a sedersi accanto a Maria Elena. E va bene che stavano alla Basilica di San Giovanni, quello che, ha avvertito l'altro giorno il premier, «non fa inganni e nemmeno ipocriti saluti», ma fingere di non vedere la prima cittadina di Roma, è stato, ancor prima che una cafonata, un gigantesco errore. Ancor prima che politico, di «genere». Perché questo mancato saluto, questo sgarbo della stretta di mano negata (poi rimediato con uno scambio rigido e glaciale), sa tanto di scettro tolto, più che di scranno sottratto. Roba da donnette minacciate, da offesa alla più bella del reame (la Boschi) perché la Raggi, guarda caso, non ha l'aspetto della Bindi. E certo nemmeno «la Marianna» Madia sarà stata mossa da snobberia politica nei confronti dell'ultima arrivata, visto che, appena nominata, di se stessa diceva: mi farò apprezzare per la mia straordinaria incompetenza.

Allora cos'è stata questa caduta di stile? Questa imbarazzante incapacità di dissimulare? Che le ministre abbiano voluto vendicarsi tardivamente per il famoso streaming di tre anni fa con Bersani? All'epoca, al leader Pd che si spiegava, i grillini dissero cafonissimi «guardi che non siamo a Ballarò» ecco che, stavolta, non salutando la Raggi, sia stato il Pd a mandare a dire «non siamo su Amici»?

Inelegante, comunque. E controproducente, soprattutto. Perché davanti al siparietto veniva voglia di fare il tifo per la Raggi e non per la botticelliana Boschi. E sì che lo diceva già uno del «Giglio magico»: tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta...

Ma lei non se la prenda Virginia (e soprattutto non pianga), si sa che: ognuno sta solo, sul cuor della terra, trafitto come una Raggi da sola.

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