Cronache

Bossetti scrive dal carcere una lettera al padre scomparso

Massimo Bossetti passerà anche questo Natale nel carcere di Bergamo e ha voluto affidare alcuni suoi pensieri ad una lettera indirizzata al padre scomparso un anno fa

Bossetti scrive dal carcere una lettera al padre scomparso

Nel vuoto della sua cella Massimo Bossetti, condannato in primo grado per l'omicidio di Yara Gambirasio, affida a una lettera il suo dolore a pochi giorni dal terzo Natale che trascorrerà dietro le sbarre del carcere di Bergamo.

Bossetti, lontano dai suoi tre figli e dalla moglie, scrive una lettera di due pagine al padre scomparso un anno fa. Queste pagine, scritte con una calligrafia curata, sono una vera e propria lettera d'amore. "Ciao amato papà - si legge sulla lettera in possesso di Adnkronos -. Il mio pensiero per te in questi giorni si è intensificato, puoi benissimo immaginare il motivo...Si avvicina il Natale, il terzo Natale lontano dalla mia amata famiglia e il primo Natale senza più te papà accanto al mio fianco".

"Natale, dovrebbe essere la festa più grande, più bella, più sentita dell'anno. La festa in cui tutte le famiglie, genitori con figli, figli con genitori, si abbracciano, si baciano, si uniscono con gioia, felicità, serenità (...). Papà, come vedi per me niente è più risentito come un tempo, niente che esista in natura possa a me permettere nel poter gioire e strapparmi un piccolo sincero sorriso. Niente di niente può colmare il dolore che resta chiuso in me (...) Come vorrei riaverti di nuovo accanto a me, avverti vicino in questa triste, malinconica, angosciosa stanza per riempire questo vuoto dall'amore tuo che mi manca e sentir meno la tua mancanza (...). La tua fede al dito, la tua foto attaccata al muro, è tutto quello che mi resta, so che mi sei vicino (...). Ti voglio bene e mi manchi tantissimo. Dal tuo amato figlio Massy".

E se Massimo Bossetti è stato condannato lo scorso luglio all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la difesa dell'uomo chiede di riaprire il processo perché secondo loro sono stati fatti alcuni errori. I giudici "devo permettere alla difesa l'analisi dei reperti, ma soprattutto devono acconsentire alla perizia sul Dna, più volte chiesta dallo stesso imputato" che continua a dichiararsi innocente.

Dopo aver elencato una serie di errori l'avvocato Claudio Salvagni e il collega Paolo Camporini che difendono Bossetti parlano anche dell'analisi sugli slip e sui leggings della 13enne di Brembate scomparsa il 26 novembre del 2010. Secondo loro, portano a un risultato contestato: il Dna mitocondriale (indica la linea materna, ndr) non corrisponde all'imputato. "I giudici hanno condannato Bossetti con un mezzo Dna contaminato la cui custodia e conservazione sono il tallone d'Achille di un processo indiziario" - dice la difesa ad Adnkronos. Un elemento che per l'avvocato Salvagni presenta delle "anomalie e gravi contraddizioni" a cui si arriva utilizzando "kit scaduti da mesi".

"Ci si trova di fronte - conclude - anche a una lievitazione dei quantitativi nei campioni passati di mano tale da rendere questo indizio incerto, discutibile e, quindi, inaffidabile".

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