Cronache

Buzzi: "Ho finanziato la politica ​ma sempre legalmente"

Una lettera di Buzzi tra le carte di Mafia Capitale: "Mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi"

Buzzi: "Ho finanziato la politica ​ma sempre legalmente"

"Il vero scopo di questa inchiesta è costringermi a cedere raccontando la corruzione a Roma nell'ultimo decennio ma io non posso inventarmi le cose che non so, perchè noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi: tutti contributi dichiarati in bilancio". Lo scrive il presidente della cooperativa "29 giugno" Salvatore Buzzi, durante la detenzione nel carcere di Nuoro, a due sue collaboratrici. La missiva, del dicembre 2014, è negli atti allegati all'inchiesta bis su "Mafia Capitale" che stanno emergendo in queste ore.

C'è pure una lettera che Buzzi ha inviato dal carcere sardo a Paolo Ielo, uno dei pm di "Mafia Capitale": "Non riesco a capacitarmi della violenza giudiziaria e di quella mediatica che ha fatto strame di quelle minime garanzie previste per l'indagato: sono già stato condannato a mezzo stampa e oggetto di un linciaggio mediatico senza precedenti. L'inchiesta è colma di lacune, di imprecisioni, priva dei più elementari riscontri. Penso che molte carte non sono state lette o, peggio, lette e non capite", scriveva l'indagato. Più che prendere le distanze dalle accuse di associazione di stampo mafioso e di corruzione che gli inquirenti gli contestano, Buzzi, detenuto dallo scorso dicembre, coglie l'occasione per sfogarsi "contro le tante inesattezze scritte contenute nelle migliaia di pagine di intercettazioni e relazioni prodotte dai Ros", inesattezze che, a suo dire, avrebbero "fuorviato" il lavoro della procura.

Poi un lungo passo della lettera è dedicato all'ex Nar, Massimo Carminati, ritenuto l'altro capo del sodalizio criminoso: "Lo conosco da oltre 30 anni e ho iniziato a frequentarlo nella seconda metà del 2012, quando non aveva nessuna pendenza con la giustizia. Lui ha collaborato con la cooperativa, diventandone anche socio, in maniera del tutto legittima e legale". Buzzi difende poi la sua cooperativa che sarebbe "stata criminalizzata del tutto ingiustamente, facendo un danno enorme a tutta la cooperazione sociale italiana".

"La mia legittima attività di lobbing - scrive ancora Buzzi al pm - è stata denigrata con aggettivi dispregiativi sparsi qua e là: noi viviamo in uno Stato di diritto e non in uno Stato etico.

Sono molto addolorato perchè trent'anni di duro lavoro sono andati in frantumi, la mia reputazione perduta". Infine, lamentandosi della sua detenzione in Sardegna ("sono stato deportato"), il presidente della cooperativa saluta il pm, al quale attribuisce "un atteggiamento guascone", con una battuta:"Ti piace vincere facile?"

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