Cronache

Calabria, il sindaco forzista spodestato da una "congiura" del Pd

Dalle carte dell'inchiesta della Procura di Catanzaro emergono le trame del governatore dem Oliverio e del suo consigliere Adamo per mandare a casa Occhiuto. Che non voleva la metropolitana di Cosenza

Mario Oliverio
Mario Oliverio

La caduta del sindaco forzista di Cosenza, Mario Occhiuto, per la Procura di Catanzaro sarebbe stata una classica congiura di palazzo, orchestrata dal Pd e, nello specifico, dal governatore dem Mario Oliverio e dal suo più stretto consigliere, l'ex vicepresidente della giunta regionale Nicola Adamo.

Le dimissioni di 17 consiglieri comunali, avvenute nel febbraio 2016, determinarono la fine anticipata del mandato di Occhiuto, che sarebbe poi stato rieletto con consensi bulgari nella successiva tornata elettorale del 2017. Ma le manovre messe in atto dal Pd – sottolineano i magistrati che ieri hanno notificato un avviso di conclusioni indagini a 20 persone, tra cui gli stessi Oliverio e Adamo –, non avrebbero niente a che fare con operazioni di natura politica, bensì con la necessità di rimuovere un sindaco che si era detto contrario alla realizzazione della metropolitana di Cosenza.

Quell'appalto è una delle chiavi di volta dell'inchiesta coordinata dal capo della Procura, Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Vito Valerio. Per i magistrati, esisteva una associazione a delinquere che aveva lo scopo di intorbidire gli appalti. E infatti nell'avviso di conclusione indagini si ipotizzano reati quali la corruzione, la turbata libertà degli incanti, il traffico di influenze, l'abuso d'ufficio e la frode nelle pubbliche forniture. Il coordinatore della 'cricca', secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Adamo, che, pur non ricoprendo più alcun incarico pubblico o politico, “è il punto di riferimento costante per gli altri associati nonché elemento di raccordo tra esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori privati”.

Adamo – marito della deputata del Pd Enza Bruno Bossio, tra i principali sponsor in Calabria del segretario nazionale Nicola Zingaretti – è stato consigliere regionale per molte legislature ed è da molti considerato l'eminenza grigia del partito. Sarebbe stato lui a determinare “le principali scelte politico-amministrative” attraverso la propria “esclusiva influenza” sul governatore Oliverio, “del quale è suggeritore delle principali strategie”. Adamo avrebbe mantenuto i contatti con i dirigenti della Regione al fine di indirizzare le gare verso gli imprenditori che facevano parte “dell'associazione o comunque graditi”. E Oliverio, a parere degli investigatori, sarebbe stato il “referente” politico “degli associati nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori privati, in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione Calabria”.

È in questo contesto che si inserirebbe la congiura ai danni del forzista Occhiuto, definito dagli inquirenti “strenuo oppositore” della metropolitana di Cosenza. Anche il sindaco è finito nelle carte dell'inchiesta, in qualità di indagato – in quanto avrebbe detto sì alla metroleggera di Cosenza in cambio dei promessi finanziamenti per il Museo di Alarico – e di parte lesa. La Procura ipotizza infatti che, nel 2016, sia stata messa in atto una “articolata strategia tesa alla caduta del sindaco, attraverso l'illecita recluta di consiglieri comunali dimissionari”. Un intento che Adamo avrebbe esplicitato in un sms inviato a Sebi Romeo, attuale capogruppo del Pd in Regione: “Se riusciamo a far cadere Occhiuto dobbiamo farlo con chiarezza, non deve apparire come una congiura di palazzo, rischieremmo un boomerang”.

Pochi giorni dopo, 17 consiglieri di Cosenza si dimettono e mandano a casa Occhiuto. Funzionale a questa strategia sarebbe stato anche il consigliere Luca Morrone, a cui Adamo e Oliverio avrebbero promesso il ruolo di vicesindaco in caso di vittoria alle successive comunali (in un primo momento il Pd aveva schierato l'impresario delle star Lucio Presta, che si era poi ritirato) o, in alternativa, un incarico in Regione.
Gli inquirenti vengono a sapere della strategia da una conversazione tra Adamo e Oliverio. “Se vince Presta – spiega l'ex consigliere regionale al presidente – lui giustamente è disponibile lui vuole, insomma va alla ricerca di fargli il vice sindaco, no? Se si perdono le elezioni comunali siccome lui è un manager, è ingegnere, un incarico regionale, in attesa che si candida la prossima volta alla Regione, però ci deve essere!”. Oliverio acconsente, ma con qualche timore: “Va bene va bene va bene, ok, ciao ciao. È meglio non parlarne al telefono”.

La nuova vittoria di Occhiuto, alle Comunali del 2017, avrebbe rovinato i piani del Pd. Ma Oliverio e Adamo non si sarebbero persi d'animo e, annotano i magistrati, avrebbero cercato di approntare “una comune strategia”. L'ex consigliere, intercettato, mette al corrente il governatore: “Ah ieri sera stanotte lui (Occhiuto, ndr) ha dichiarato che non vuole fare né la metropolitana né l'ospedale”. “Ahhh – risponde Oliverio – non vuole fare né metropolitana né ospedale?”. “Lo sai che ti dico?”, taglia corto Adamo, “il nuovo ospedale lo facciamo a Rende”.

E Oliverio: “Sì sì”.

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