Cronache

Calgary dice no alle Olimpiadi, la sfida sarà tra Milano-Cortina e Stoccolma

Dopo il referendum popolare che ha di fatto respinto la candidatura della città canadese di Calgary ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2016, ora la scelta del Cio dovrà ricadere sulle uniche due alternative rimaste: Stoccolma e l'accoppiata Milano-Cortina

Calgary dice no alle Olimpiadi, la sfida sarà tra Milano-Cortina e Stoccolma

Crescono le speranze per l'Italia di poter ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, dopo che nella giornata di ieri gli abitanti di Calgary hanno detto no alla candidatura della città canadese, già sede olimpica nel 1988. Secondo i dati non ufficiali diffusi dal municipio - quelli ufficiali verranno resi noti venerdì - il 56,4 per cento dei cittadini di Calgary avrebbe votato No nel referendum consultivo tenutosi ieri, contro il 43,6 per cento di favorevoli alla candidatura olimpica. Un risultato che getta nello sconforto i promotori del Sì, tra cui il sindaco della città Naheed Nenshi, il quale intervistato dal quotidiano Calgary Herald per commentare il voto ha così dichiarato: "Speravo nella vittoria del Sì stasera, ma alla fine la cittadinanza ha risposto, ha risposto con una grande affluenza e ha risposto chiaramente e questa è un'indicazione molto chiara sulla direzione che dobbiamo prendere da qui in avanti. Sapete molta gente ha detto che questo è stato un dibattito divisivo per Calgary, ma devo dire che rifiuto completamente questa interpretazione perché quello che abbiamo avuto è stato un gruppo appassionato di persone che discutevano in merito al futuro della nostra comunità basandosi su ciò in cui credevano. Credo tuttavia che il risultato del referendum sia tremendo".

Tuttavia, come mostra lo stesso Calgary Herald, il fallimento dell'operazione di candidatura, inizialmente accolta con favore tra la popolazione (un sondaggio del 2016 mostrava come il 61 per cento dei cittadini di Calgary fosse favorevole alle Olimpiadi), sarebbe principalmente imputabile alla pressoché totale assenza di comunicazione tra le principali istituzioni pubbliche del Paese ed alla conseguente travagliata gestione dei fondi messi a disposizione per l'organizzazione dell'evento. Nonostante infatti la richiesta, da parte delle autorità federali canadesi, di annunciare l'ammontare dei finanziamenti in una conferenza stampa congiunta tra i tre enti coinvolti - cioè il comitato promotore Calgary 2026, la provincia dell'Alberta ed il governo centrale -, l'esecutivo provinciale decise in maniera autonoma di presentare il proprio budget di 700 milioni di dollari canadesi 30 giorni prima dello svolgimento del referendum.

Una mossa che contribuì a far tentennare ancora di più il già perplesso Primo Ministro Justin Trudeau, portandolo a rivelare il contributo federale di quasi un miliardo e mezzo di dollari canadesi appena una settimana prima del voto del consiglio comunale di Calgary del 30 ottobre scorso, nel quale l'ipotesi di candidatura della città venne bocciata con otto voti a sei, anche a causa dei vincoli precedentemente imposti da Ottawa. Il governo centrale aveva infatti garantito lo sblocco dei fondi ponendo due condizioni: l'aumento del budget stanziato da parte della provincia e del comitato promotore, che avrebbe dovuto essere pari a quello statale arrivando quindi alla cifra complessiva di 3 miliardi di dollari canadesi, e l'annullamento di qualunque impegno economico in caso di vittoria dei No al referendum del 13 novembre. Vittoria poi risultata prevedibile considerando il clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni che gradualmente era cresciuto tra i cittadini di Calgary a seguito di questo estenuante teatrino.

Svaniti i sogni olimpici canadesi, dopo le altrettanto repentine defezioni di Sion, Sapporo ed Erzurum, rimangono dunque in lizza per ospitare le Olimpiadi solo due candidate: la capitale svedese Stoccolma e il tandem Milano-Cortina (privo della defenestrata Torino). Una corsa a due in cui sembrerebbe però già in vantaggio la candidatura italiana, a causa del complesso momento politico che sta attraversando la Svezia in questi ultimi mesi, ancora senza un governo dopo le elezioni del 9 settembre scorso e con l'amministrazione comunale di Stoccolma più volte mostratasi contraria all'organizzazione dei giochi.

Si prospetta pertanto un finale tutto in discesa per l'Italia, anche se l'ultima parola ce l'avrà il Comitato Olimpico Internazionale, che si riunirà a Losanna il prossimo 23 giugno 2019 per decretare la città ospitante dei giochi olimpici invernali del 2026.

Commenti