Cronache

Camorra, mani sulla serie B . Partite e scommesse truccate

Arresti per 10 persone del gruppo "Vanella Grassi" dopo un'inchiesta della Dda di Napoli sull'attività del clan su scommesse e partite di serie B. Indagato Izzo del Genoa e altri due calciatori di serie B: "gravemente indiziati di partecipare alla consorteria camorristica". Indaga anche la Figc

Camorra, mani sulla serie B . Partite e scommesse truccate

I carabinieri di Napoli hanno arrestato 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) del gruppo di camorra Vanella Grassi di Secondigliano in un' operazione scattata all'alba nel capoluogo campano. Nei riguardi dei dieci è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare al termine di un'inchiesta della Dda di Napoli sull'attività del clan su scommesse e partite di serie B. Durante le indagini è stata intercettata una telefonata nella quale si dice: "Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena".

Secondo gli inquirenti Armando Izzo, oggi in serie A al Genoa, ex di Napoli e Avellino, il contatto tra il clan Vannella Grassi e il mondo del calcio secondo gli inquirenti partenopei che indagano sulla capacità della camorra di influenzare l'andamento di partite di serie B nella stagione 2013-2014. Izzo non è stato raggiunto da alcuna misura cautelare. Attraverso il difensore del Genoa la cosca, attiva nell'area di Scampia, sarebbe riuscita a coinvolgere altre persone che - è l'ipotesi degli inquirenti - avrebbero messo sul tavolo grosse somme con cui corrompere giocatori dell'Avellino influenzando direttamente 2 partite disputate nel maggio 2014. La prima è Modena-Avellino del 17 maggio 2014, finita 1 a 0: per questa sono indagati il capoclan Umberto Accurso e il fratello Antonio, oltre che gli ex calciatori Luca Pini, Francesco Millesi e Maurizio Peccaresi. La seconda è Avellino-Reggina del 25 maggio del 2014, finita 3 a 0: indagato il boss Accurso, Pini, Millesi (che sono stati arrestati) e Armando Izzo.

Non è l'unico calciatore indagato. Per per il reato ipotizzato dal Dda di Napoli di partecipazione esterna ad associazione mafiosa sono indagati anche il centrocampista dell'Acireale, Francesco Millesi, già in forza all'Avellino, e l'ex calciatore Luca Pini, sono indagati dalla Dda di Napoli nell'inchiesta su camorra e calcio. Nei riguardi dei tre si ipotizza il reato di partecipazione esterna ad associazione mafiosa. Si pensa che influissero su alcune partite del campionato di calcio di serie B sulle quali i vertici del clan scommettevano denaro. L'ex calciatore del Casalnuovo e del Nola, Luca Pini e per il centrocampista dell'Acireale, nella stagione 2013-2014 dell'Avellino, Francesco Millesi sono stati messi agli arresti domicialiari. Sono loro per il gip di Napoli, Ludovica Mancini i "facilitatorì delle combine" per le partite di Serie B dell'Avellino truccate dal gruppo camorristico della Vanella Grassi; entrambi devono rispondere di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.

A metterli nei guai, proprio le dichiarazioni del boss Antonio Accurso, arrestato nel 2014 insieme ad altri affiliati per l'omicidio dei fratelli Matuozzo, mentre festeggiava le ricche quote intascate dal clan per la vittoria dell'Avellino sulla Reggina, una delle due partite (l'altra è Modena-Avellino) valevoli per il campionato cadetto e nelle quali il clan aveva deciso di investire e riciclare ingenti somme di denaro, alterandone il risultato. Ma la cosca aveva cercato di orientare il risultato anche di Avellino-Trapani, progetto questo fallito, così come quello per Padova-Avellino, interrotto proprio dall'arresto di Accurso.

Secondo gli inquirenti Antonio e Umberto Accurso, entrambi ritenuti esponenti del clan "Vanella Grassi", avrebbero promesso 200.000 euro e poi consegnato materialmente 30.000 euro al calciatore Francesco Millesi, attraverso l'intermediario l'ex calciatore Luca Pini. Millesi avrebbe utilizzato tale somma - sempre secondo l'accusa - per corrompere altri giocatori; in particolare, avrebbe "influito" su Maurizio Peccarisi per favorire la rete del Modena contro l'Avellino in conformità dell'accordo illecito. Sulla partito gli Accurso avrebbero scommesso 400.000 euro, guadagnandone 60.000. Per quanto riguarda l'altro capo di imputazione, relativo alla partita Avellino-Reggina, Antonio Accurso è accusato di aver offerto 50.000 euro, consegnati sempre attraverso Luca Pini a Millesi che li avrebbe utilizzati per corrompere giocatori della Reggina non identificati e favorire la vittoria dell'Avellino sulla quale lo stesso Accurso aveva scommesso 400.000 euro guadagnandone 110.000.

Le indagini della procura partenopea, hanno spiegato gli inquirenti in conferenza stampa, si sono avvalse delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Accurso. Sono le sue dichiarazioni sui collegamenti dei gruppi camorristici di Secondigliano con lo sport, ma anche intercettazioni telefoniche a incastrare i calciatori Luca Pini e Francesco Millesi, "gravemente indiziati di partecipare alla consorteria camorristica", ma anche Armando Izzo, oggi al Genoa e piuttosto noto per essere stato convocato anche in Nazionale. I tre, ha spiegato il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, sono il collegamento con i clan dell'area nord di Napoli: "Si tratta di clan che continuano a operare prevalentemente nell'ambito del traffico di stupefacenti, ma attraverso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia abbiamo riacceso le luci sugli interessi sul mondo del calcio, di cui già ci siamo occupati in passato". Non c'è "un'individuazione generica ma elementi concreti sulle partite di calcio: i calciatori si sono accordati per truccare due match". Le indagini, ha aggiunto, "non sono a uno stadio iniziale ma nemmeno finale: stiamo lavorando in velocità per ricostruire gli aspetti che completeranno il quadro indiziario, non solo su queste specifici aspetti ma anche per disarticolare in maniera definitiva i gruppi criminali che operano a Secondigliano. Molti personaggi importanti sono stati arrestati in questa tornata cautelare" ha spiegato. proventi di illeciti come il traffico di droga.

Il procuratore federale della Figc, Stefano Palazzi, aprirà nelle prossime ore un'inchiesta sul caso scaturito dall'indagine della direzione distrettuale Antimafia di Napoli, che questa mattina ha portato ad una serie di arresti per l'attività illecita di scommesse su partite di Serie B. Palazzi ha preso contatto con il Procuratore aggiunto Filippo Beatrice ricevendo la piena disponibilità alla trasmissione degli atti allo stato delle indagini.

Nelle prossime ore sarà formalmente aperta un'inchiesta e nei prossimi giorni verrà disposto il ritiro degli atti dalla Dda di Napoli.

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