Cronache

Canosa, nascoste armi e droga in una falegnameria

Un uomo di 40 anni incensurato ha trasformato la sua falegnameria in una vera e propria officina per la modificazione di armi giocattolo

Canosa, nascoste armi e droga in una falegnameria

Canosa di Puglia. A pochi passi da Palazzo di città e dal centro del Comune della provincia Bat, un falegname ha trasformato la sua bottega in un vero e proprio "caravanserraglio". L'uomo in questione, il canosino 40enne incensurato Luigi Liuzzi, era conosciuto per la passione per le armi che lo portava a modificare sapientemente fucili e pistole giocattolo e a renderle, così, pericolose.

Ai comandi del vice questore aggiunto Raffaele Fiantanese, i poliziotti del locale commissariato - dopo aver ricevuto varie segnalazioni anonime - hanno perquisito la falegnameria trasformata questa in una officina completa di qualsivoglia strumentazione atta a trasformare le armi giocattolo, in modo tale da renderle in grado di sparare. Sono state rinvenute e subito sequestrate due pistole giocattolo già modificate, per la precisione una a tamburo tipo revolver calibro 38 e una Beretta marca "Bruni" con caricatore in calibro 7,65. A queste si aggiunge una rivoltella vera - calibro 22, marca "Bernardelli" - trovata in un cassetto del bancone da lavoro e con un colpo già in canna.

La perquisizione ha altresì portato alla luce numerosi pezzi per la modifica delle armi, alcuni silenziatori artigianali, 50 cartucce, pistole ad aria compressa maggiorate oltre la potenza consentita, un tornio artigianale perfettamente funzionante per la lavorazione dell'acciaio e un tubo balistico. In fondo al locale, poi, era posizionato un bersaglio con della paglia per testare le "creazioni" dell'artigiano. Ma non è finita qui. In una cassetta di colore nero chiusa a chiave erano celati due grossi involucri contenenti cocaina. Ancora, in vari angoli del locale e occultati tra la segatura, c'erano armi da taglio tra cui maceti e balestre con dardi in acciaio.

Dopo l'arresto con le accuse di detenzione abusiva di munizioni e di armi non comuni, di ricettazione di armi clandestine e di detenzione di stupefacenti e in seguito al trasferimento nel carcere di Trani, il 40enne è stato interrogato dal sostituto procuratore Marcello Catalano. In questa sede ha dichiarato di non sapere come e perché quell'arsenale fosse presente nella sua falegnameria.

L'attività investigativa mira tra l'altro a capire se quelle armi possano aver sparato in qualche circostanza.

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