Cronache

Canterini: "Il poliziotto della carezza? Era con me alla scuola Diaz"

Canterini: "Quel bravo poliziotto non ha cominciato ieri ad essere un modello perché bene, anzi benissimo, si comportò all'interno di quella scuola che venimmo improvvidamente chiamati a sgomberare"

Canterini: "Il poliziotto della carezza? Era con me alla scuola Diaz"

È diventata la foto simbolo dello sgombero dei rifugiati che occupavano da quattro anni abusivamente il palazzo di via Curtatone a Roma. Il poliziotto che accarezza una rifugiata. L'agente dal volto umano. Lo stesso agente che, come scrive Vincenzo Canterini, ex responsabile del Reparto mobile di Roma condannato per i fatti della Diaz, era con lui a Genova, alla scuola Diaz.

"Sono quel Vincenzo Canterini che guidava gli splendidi poliziotti del Settimo Nucleo ingiustamente crocifissi per i fatti di Genova, più esattamente per la storia della Diaz. Ho pagato, e sto pagando, il conto. Ma da allora poco è cambiato: ad ogni scontro con agitatori di professione e violenti il partito dell'antipolizia, sempre più numeroso e sempre più coccolato dai media, trova il modo di girare la frittata e far passare i cattivi per buoni. Con il risultato che, dei buoni veri, non si preoccupa più nessuno", scrive sul Tempo Canterini.

Che poi aggiunge: "Certo, si dirà, parla Canterini, quello della Diaz. E allora facciamo che smettiamo di parlare di me e parliamo di un altro poliziotto, che so per certo essere un poliziotto modello e che da ieri, grazie a una foto, è diventato l'esempio della polizia dal volto umano. La patente di agente non picchiatore gliel'ha rilasciata lo stesso partito dell'antipolizia, commosso per la foto-simbolo che lo ritrae mentre accarezza una signora extracomunitaria. Lo sanno tutti a Roma chi è quel poliziotto perché da anni rischia la pelle in piazza come tanti suoi colleghi che con me erano a Genova, ed erano alla Diaz. Quel bravo poliziotto non ha cominciato ieri ad essere un modello perché bene, anzi benissimo, si comportò all'interno di quella scuola che venimmo improvvidamente chiamati a sgomberare. Non se ne può fare il nome né il nomignolo perché chi ha visto la morte in faccia a Genova, come noi del Settimo, da quel giorno del 2001 non ha più un'identità". Infine, chiude Canterini, "la polizia è sana, lo è sempre stata e la gente lo sa. Non esiste un'altra verità, non esistono poliziotti buoni e cattivi.

Portare rispetto a chi indossa una divisa è un dovere di tutti".

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