Sanremo 2019

All'Ariston di Baglioni trionfa la "disarmonia"

All'Ariston di Baglioni trionfa la "disarmonia"

Il Festival dell'Armonia si apre con una poco armoniosa polemica sul presunto conflitto d'interessi del direttore artistico Claudio Baglioni. Troppe stelle del Festival di Sanremo provengono dalla scuderia dell'agente Ferdinando Salzano, solo per caso la stessa alla quale appartiene Claudio Baglioni. La direttrice di Raiuno, Teresa de Santis, ha definito normale la «contiguità» e il «rapporto amicale» che hanno portato alla scelta del cast. Per fare un favore a Baglioni, l'ha affossato con espressioni infelici, dal retrogusto involontariamente mafioso. Non che la «contiguità» sia una novità: era già accaduto l'anno scorso ma il successo di Baglioni aveva contribuito a placare gli animi. Quest'anno è diverso. Il direttore artistico ha capito che la sua conferma, nella Rai grillo-leghista, è in dubbio. Peccato, Baglioni avrebbe volentieri infilato un triplete.

Intorno all'Ariston, nel pomeriggio circolano le voci più cattive: a Claudio sono saltati i nervi, Claudio evita i giornalisti, Claudio suonerà molte sue canzoni per arrotondare il compenso identico a quello dell'anno scorso (585mila euro). Tutte voci di corridoio, normali al Festival della canzone, l'appuntamento televisivo più importante della stagione. Baglioni ha detto che non sarà un Festival politico ma il co-conduttore Claudio Bisio difficilmente rinuncerà all'incrinare l'Armonia con qualche battuta sull'attualità, magari sull'immigrazione, fatto che accenderebbe la miccia per un polemicone destinato forse a oscurare la gara stessa. Proprio per questo non ci sarà un pistolotto ma forse qualche battuta, un accenno, una strizzata d'occhio.

Nel Festival dell'Armonia il cast è poco armonico ma questo è il punto di forza della gara canora. Da una parte la tradizione, dall'altra la novità. E non è una questione anagrafica ma di stile. I tre giovani del Volo incarnano la canzone italiana; il loro quasi coetaneo Achille Lauro incarna la contaminazione con generi per niente italiani, il rap e la trap. Nek e i Negrita sono la continuità del rock italiano; il gruppo Zen Circus è la rottura della continuità, che guarda al rock «indipendente» anglosassone. Paola Turci è una cantautrice affermata; Motta è un cantautore in cerca del salto di qualità e di un pubblico di massa. «Contiguità» o meno, l'assortimento, sulla carta, è ben riuscito. Riassunto di Claudio Baglioni: «Questo dovrebbe essere il Festival dell'Armonia.

È strano a dirsi perché abbiamo avuto giornate che non sono state armoniche, ma l'armonia è una conquista».

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