Francia sotto attacco

Durissimo sfogo di Capuozzo: "Nizza? Sgozzatore di ovini..."

Toni Capuozzo commenta in un duro post su Facebook l'attentato di Nizza: "Sui barconi non c'è chi scappa dalla guerra. Visione ipocrita"

Durissimo sfogo di Capuozzo: "Nizza? Sgozzatore di ovini..."

La mascherina, protagonista indiscussa dell'era Covid, prende la scena anche nel tragico attentato di Nizza. Un dettaglio che fa riflettere a margine di una fotografia "impubblicabile e insopportabile", scrive Toni Capuozzo in un post su Facebook. "La foto è quella della donna decapitata nella cattedrale di Nizza, ieri. Giace riversa addosso a una colonna, accanto all'acquasantiera. Veste una camicia scura e un maglioncino blu, i jeans e delle scarpe basse e nere. Sulla colonna un avviso ricorda: 'Maschera obbligatoria'. Non sappiamo come questa donna sia stata scelta, come sia stata presa o inseguita, come sia finita ai piedi di quella colonna. Possiamo solo immaginare una cosa, e notare un dettaglio. Il dettaglio è stretto nella mano sinistra della donna: la mascherina. La mascherina nera che si dev'essere tolta per urlare, per respirare, e che le è rimasta in mano. Il colore nero nasconde il sangue, e quella mascherina sembra l'ultimo appiglio di normalità, della nostra normale quotidianeità".

La mascherina "tra noi e loro"

Quel dettaglio, la mascherina, in sè insignificante, nel contesto atroce condensa il senso del divario tra due mondi distanti. Noi e loro. Il rispetto civile e la sopraffazione cieca. "Noi siamo alle prese con qualcosa che sta cambiando le nostre vite, e qualche volta ci porta via le nostre vite, e di questo abbiamo paura o in qualche caso mostriamo di non aver paura, con la jattanza di chi sfida un nemico che non esisterebbe. Ma, che abbiamo paura o no, che ce la prendiamo con il destino o con il governo, che temiamo il virus o la fame o entrambi, che preferiamo blocchi totali o parziali, questo è il nostro mondo: i governi, le elezioni regionali o presidenziali Usa, le baruffe tra gli esperti: il nostro mondo, appunto", rimarca Capuozzo. Poi ci sono loro. Un altro mondo che facciamo fatica a comprendere. Così inaccettabile che preferiamo etichettarlo come gesto folle. "Charlie Hebdo se l'è cercata, e quel professore che si ostinava a insegnare la libertà se l'è cercata, e i fedeli di Nizza sono gli innocenti finiti in mezzo. Noi, un paese in cui la satira è corrosiva, ma nelle vignette dove non si rischia nulla. O ci gettiamo a capofitto sulle polemiche dello sbarco a Lampedusa, del soggiorno a Bari, delle ingiunzioni ridicole di espulsione, nelle quali siamo i primi a non credere", aggiuge nel post. Insomma, preferiamo credere a verità comode piuttosto che aprire gli occhi. Rubricare come delirio piuttosto che provare a immaginare la forza che serve per decapitare una persona. "L'odio, da sè, non basta, è sufficiente per attivare una bomba, per decapitare ci vuole molto impegn solo uno". Una ferocia che solo uno "sgozzatore di ovini" può avere.

Quando una mascherina diventa un simbolo

Eppure basterebbe osservare i fatti per capire. Come il caso della mattanza di Nizza (l'attentatore è arrivato a Lampedusa con un barcone partito dalla Tunisia, ndr). "Sui barconi non c'è chi scappa dalla guerra, perché so che così ci piace e ci conviene credere, perché coincide con una visione del mondo, consente un po' di ipocrisia e ci illude di essere i buoni samaritani del pianeta, raccolta dei pomodori inclusa", commenta, duro, Capuozzo. Non è tanto la percentuale, bassa, dei fondamentalisti che arriva in Europa a spaventare, ma il meccanismo che si innesca di cui diventiamo complici. "Che cos'è che ti porta in Europa e ti autorizza a decidere cosa l'Europa debba essere, nella sua libertà di stampa, o di insegnamento, o di fede? Cos'è questo suprematismo culturale, che ti autorizza a dispensare giudizi e sentenze morali? Siamo solo un salario, un reddito, un'opportunità, un'assistenza, la promessa di un diritto e nessun valore?", chiede. Di fronte al suprematismo cieco ogni progetto di integrazione perderebbe, dunque, senso. E per chi è come il decapitatore di Nizza l'Occidente non può che rimanere "solo terra di passaggio" da piegare alle proprie convinzioni e pretese. Una terra dove quella mascherina stretta nella mano sinistra, quella mascherina che ci salva e ci soffoca, che invochiamo o rifiutiamo, diventa un simbolo.

"Ha la tenerezza di un dettaglio di umanità, e la forza di una fiaccola di libertà, ai piedi di un'acquasantiera", chiosa Capuozzo.

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