Cronache

Case in Italia: boom di furti e la bufala dei proprietari

Solo lo 0,2% dei mutui è acceso da under 25. E gli immobili "fantasma" sono 1,5 milioni

Case in Italia: boom di furti e la bufala dei proprietari

I sacerdoti del liberismo, quelli che considerano il mercato una specie tonnara umana, resteranno inorriditi. Bankitalia ha scoperto che se il papà compra casa al figlio, ha il 2,6% di probabilità in più di essere accudito da quello stesso figlio. Se il genitore, invece, aiuta il figlio con dei soldi le probabilità salgono all'8,6%. Se poi, gli compra la casa e lo aiuta con dei soldi, allora le probabilità di non essere lasciato solo quando non sarà più in grado di badare a se stesso, salgono all'11%. Come lo chiamiamo questo fenomeno? Familismo amorale o welfare familiare? Fatto sta che funziona, perché i genitori si sostituiscono a quei sussidi pubblici per le giovani coppie che vogliono comprare casa che in Italia non esistono. Siccome il welfare italiano è scandalosamente sbilanciato a favore dei genitori (per il semplice motivo che vanno a votare molto più dei figli) è logico aspettarsi che il trasferimento della ricchezza «in eccesso» fornita dallo Stato agli anziani venga trasferita all'interno della famiglia.

Sarebbe amorale? Potrebbe essere controproducente, questo sì, dato che il rischio di creare dei mantenuti invece di persone adulte è reale, ma, economicamente parlando, si potrebbe parlare di una corretta allocazione delle risorse, che la famiglia sa realizzare molto meglio dello Stato. Ma questa, diciamo, non è una novità. Ma se lo Stato non sa allocare le risorse, almeno sia in grado di difendere quelle private. Beh, fa male anche questo. Tra il 2006 e il 2015 (ultimi dati Istat) le rapine sono calate da 50.270 a 35.068; gli scippi da 21.492 a 17.777 mentre i furti e le rapine in casa sono passate da 143.726 a 237.790: più 65,4% in 10 anni. Non è un record, perché il picco si è avuto nel 2014 quando i soliti ignoti hanno messo a segno più di 259mila colpi. Chi vuole, può ritenersi soddisfatto del calo dell'ultimo anno.

Quello del trasferimento di risorse dai genitori ai figli è, comunque, un fenomeno comprensibile se si guardano altri dati. Secondo MutuiOnline ad agosto 2017 la percentuale di mutui andati a giovani sotto i 25 è stata pari ad appena lo 0,8% del totale rispetto al 2% del 2006. I mutui sottoscritti da chi ha tra i 26 e i 35 anni sono stati il 25,8% dal 42,8% di 12 anni fa mentre quelli finiti a chi ha tra i 36 e i 45 anni sono cresciuti dal 37,1% al 46,9%. Quelli andati alle persone tra i 46 e i 55 anni sono passati dal 13 al 20,8%. Quindi: se comprare casa, sottoscrivendo un mutuo, rappresenta l'ingresso nell'età adulta delle responsabilità, bisogna ammettere che in Italia si diventa grandi sempre più tardi. E questo succede soprattutto nel Mezzogiorno dove i tassi bancari per comprare casa sono (storicamente) molto più alti rispetto a quelli che le banche applicano al nord. In Sicilia un mutuo costa in media il 2,49%, in Sardegna il 2,48%, in Umbria il 2,44 e in Puglia il 2,41%. In Veneto solo il 2,05% e in Trentino il 2,08%. Peraltro i numeri, pubblicati dal sito Truenumbers.it, dicono che c'è un mito da sfatare: una leggenda metropolitana sulla quale si sono versati tonnellate di inchiostro dando origine a una ricchissima industria convegnistica. Il mito è che il «medioman» italico appena riesce a mettere due soldi da parte invece di investire in Borsa, fondi pensione, obbligazioni (va be'...) compra mattone, come aveva fatto suo padre e, prima di lui, suo nonno e prima di lui i suoi avi. Questo postulato è all'origine della concezione dell'homo italicus come soggetto finanziariamente irredimibile. Beh, andiamoci piano. La percentuale di italiani proprietari di una casa è pari al 72,9%: ci sono ben 18 Paesi europei che mostrano una percentuale maggiore. Nella maggior parte dei casi sono Paesi dell'Est Europa, è vero, ma una percentuale più alta della nostra è riscontrabile in Grecia, in Spagna, in Portogallo, in Norvegia e in Lussemburgo. Certo, siamo sopra la media europea (69,5%) ma la molto innovativa Finlandia mostra un tasso non molto più basso del nostro: 72,7%.

Infine, altri due dati fanno riflettere. Il primo è questo: in Italia ci sono 1,5 milioni di immobili dei quali non si conosce il proprietario. Ci sono, sono lì, ma non si sa di chi siano. A Napoli la percentuale di immobili senza padrone è il 4,2% del totale, a Roma è l'1,7% e a Milano l'1%, in linea con la media nazionale. Il secondo dato è questo: nella classifica dei comuni più cementificati d'Italia le prime tre posizioni sono occupate da Comuni del napoletano: Casavatore, Arzano e Melito.

In tutti e tre i Comuni oltre l'80% del territorio è ricoperto da cemento. Quindi, a essere arretrati sono i politici cementificatori o gli italiani?

Commenti