Cronache

Caserta, arrestato Massimo Di Caterino: è il reggente dei Casalesi

Il boss Massimo Di Caterino è stato preso nel bunker ricavato in un box doccia. Quarantenne detto "pistuolo", è l'ultimo della lista dei latitanti del clan camorristico

Scattano le manette per il reggente del clan del Casalesi. Questa mattina la squadra mobile di Caserta ha arrestato Massimo Di Caterino, ultimo della lista dei latitanti. Di Caterino è stato rintracciato e bloccato dagli agenti del distaccamento di Casal di Principe nel bunker realizzato nel box doccia di un appartamento nella frazione Sant’Andrea del Pizzone di Francolise, nel Casertano.

Il blitz è scattato alle prime ore dell'alba. Addosso a Di Caterino sono stati trovati una pistola calibro 7,65 e 10mila euro in contanti. In base alle ultime risultanze investigative il boss aveva assunto un ruolo di vertice nell’ambito dell’ala Zagaria del clan dei Casalesi. Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe, rispettivamente guidati dai vice questori aggiunti Angelo Morabito e Alessandro Tocco, sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto della Dda partenopea Federico Cafiero de Raho e del pm Catello Maresca. Massimo Di Caterino, nato a Caserta 40 anni fa, è soprannominato "pistuolo". È ricercato dal 31 marzo 2010 perché destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento personale, reati aggravati dall’avere agito al fine di agevolare il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi.

Il latitante è stato stanato, insiema alla moglie, all’interno di un’abitazione dove, nel box doccia, era stato ricavato un bunker. Lì si era nascosto per sfuggire alle forze dell’ordine. L'abitazione era, infatti dotata di disturbatori di frequenze per rilevare apparati di intercettazione e telecamere esterne: dispositivi installati per l’avvistamento delle forze di polizia.

Di Caterino è ritenuto uno dei più fidati luogotenenti di Michele Zagaria, il boss arrestato dalla polizia a Casapesenna il 7 dicembre del 2011, dopo sedici anni di latitanza.

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