Cronache

Caso Rossi, la vedova: "La storia dei festini a luci rosse Voglio la verità su mio marito"

La vedova di David Rossi: "La storia dei festini? Io non ho mai sospettato nulla, ma s'indaghi anche su questo sino in fondo, senza reticenze, si arrivi alla verità. Costi quel che costi"

Il servizio delle Iene sulla morte di David Rossi
Il servizio delle Iene sulla morte di David Rossi

"Conoscevo David, la sua moralità, la sua voglia di vivere, il suo amore per la famiglia. E questo mi dà la forza di dire: andiamo avanti senza tralasciare alcuna pista, anche quella del più odioso pettegolezzo. Io ho la certezza che mio marito sia stato ucciso, che qualcuno l'ha gettato dalla finestra del suo ufficio. Spero si torni a indagare". Così Antonella Tognazzi, vedova dell'ex responsabile comunicazione di Mps David Rossi, in una intervista al Corriere della Sera. "La storia dei festini? Io non ho mai sospettato nulla, ma s'indaghi anche su questo sino in fondo, senza reticenze, si arrivi alla verità. Costi quel che costi", aggiunge la donna.

Che poi sempre sull'ipotesi dei festini hard afferma: "Guardi non ne ho idea. Forse qualcuno si vuole lavare la coscienza. Stamani (ieri mattina ndr) mi hanno detto che questa storia circolava da tempo in città e sarebbe stata collegata in qualche modo alla morte di mio marito. Io non sapevo niente, anche perché non mi interessano i pettegolezzi e mi faccio gli affari miei. Sono altre le mie convinzioni. Ricordando quegli ultimi giorni oggi ho la sensazione che David fosse minacciato. Era un uomo che aveva paura di essere ucciso. Anche una situazione di stress come quella non poteva giustificare la sua agitazione. Non lo avevo mai visto così, a fargli così tanta paura non poteva essere solo preoccupazione lavorativa e un' inchiesta nella quale oltretutto lui non era neppure indagato".

Anche la figlia di Antonella Tognazzi, Carolina Orlandi, vuole la verità: "Non spetta a me trovare le risposte a tutte le incongruenze dell' inchiesta; le abbiamo chieste più volte e ce l' hanno sempre negate. Se questa nuova pressione mediatica serve a spingere qualcuno a guardarsi dentro e a dire la verità, ben venga. Io resto convinta che tanti sanno e che dietro la morte di David ci siano interessi forti. Altrimenti l'inchiesta sarebbe stata condotta diversamente", ha dichiarato al Giorno.

E poi ha aggiunto: "Penso che David sia stato ucciso perché voleva parlare, aveva tante informazioni sugli affari della banca, sentiva una forte pressione addosso. Anche a me aveva detto che non sapeva i motivi della perquisizione disposta dai magistrati sull' inchiesta Antonveneta. Era scosso, ripeteva che avrebbe preferito parlare con i pm. Due giorni dopo è morto. Il Monte era al centro della bufera e qualcuno non sapeva cosa avrebbe voluto dire David ai giudici. Forse ha preferito togliersi il problema. Ma io non so chi ha deciso che David dovesse morire".

E sui festini hard ha detto: "Non c' entrano direttamente con il delitto, non sono il movente della morte di David. Io penso che Piccini abbia voluto indicare una ragione del perché le indagini sarebbero state condotte in quel modo.

Più che un movente, un deterrente a indagare, un possibile messaggio a magistrati eventualmente troppo zelanti".

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