Cronache

La Cassazione dice no alla pensione d’oro dell’ex dirigente siciliano

La Suprema Corte ha respinto il ricorso di Felice Crosta, che voleva mantenere l’assegno pari a circa 1300 euro al giorno: ora dovrà accontentarsi di "appena" 621 euro al giorno

Pur essendo un anonimo burocrate, apparentemente oscuro al grande pubblico, Felice Crosta, ex super dirigente della Regione siciliana, è famoso ovunque. Perché non è da tutti percepire una pensione di 1300 euro al giorno. Una cifra record diventata l’emblema degli sprechi di Sicilia. Una cifra record cui il manager, adesso, dovrà dire addio: dopo un batti e ribatti di ricorsi, infatti, la Cassazione ha deciso che no, 1300 euro al giorno sono troppi, ne bastano, si fa per dire, «appena» 621, sempre al giorno. L’assegno, infatti, è stato dimezzato, dai 460mila euro l’anno iniziali a circa 227mila euro l’anno. Con buona pace della Corte dei conti che pure inizialmente al burocrate d’oro aveva dato ragione.

Si chiude così una vicenda cominciata nel 2006, quando Crosta diventò, su nomina dell’allora governatore Salvatore Cuffaro, direttore dell’Agenzia per i rifiuti, con un compenso record pari a 460mila euro l’anno. Il dirigente si dimise dopo pochi mesi di lavoro. Pochi mesi, ma sufficienti a calcolare su quella cifra la pensione, complice anche una leggina ad hoc. Lo stop all’assegno d’oro arriva con il nuovo governatore, Raffaele Lombardo. E immediatamente parte la battaglia legale ora chiusa dalla Cassazione. In primo grado, nel 2010, la Corte dei conti ha dato ragione a Crosta. Una sentenza poi ribaltata in appello e adesso confermata dalla Cassazione.

Crosta dunque riceverà «solo» 227mila euro all’anno.

Commenti