Per la Cassazione, litigare davanti ai figli è reato
19 Maggio 2018 - 16:08I litigi, anche se non rivolti ai figli, possono danneggiare il loro equilibrio psicofisico
Oggi, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che litigare violentemente davanti ai figli costituisce reato, perché le liti sono assimilabili a maltrattamenti in famiglia.
Il caso è arrivato all'attenzione della Corte suprema dopo che una mamma ha fatto ricorso, perché condannata, insieme al convivente, per aver litigato in modo violento davanti ai bambini. Sembra, infatti, che i rapporti tra i due fossero spesso molto tesi e che il nervosismo sfociasse frequentemente in episodi di aggressività fisica e psicologica, accompagnati da minacce e "danneggiamenti di suppellettili". La donna ha chiesto l'annullamento della sentenza della Corte d'Appello di Firenze, sottolineando il fatto che i bambini non fossero mai stati"direttamente oggetto di aggressioni o soprusi, né di violenza psicologica", come aveva confermato anche il consulente tecnico della procura, secondo il quale i bambini non avevano manifestato segni di disagio familiare.
Tuttavia, gli ermellini hanno sottolineato, come riporta Studio Cataldi, che il raggio di copertura dei maltrattamenti si estende a tutti i soggetti della sfera familiare, anche se non implicati in modo diretto. Infatti, i litigi possono avere "ripercussioni negative sull'equilibrio fisiopsichico della prole e sulla serenità dell'ambiente familiare". I bambini costretti ad assistere alle liti dei genitori possono, quindi, riportare danni psicologici, ipotesi confermata anche da Maddalena Cialdella, psicoterapeuta familiare e consulente del tribunale. E non sarebbero solo i bambini, anche molto piccoli, a subire le conseguenze di un clima di tensione costante, ma persino i feti sarebbero in grado di percepire cosa avviene nell'ambiente esterno, attorno a loro.
Nonostante la Cassazione sia d'accordo con la sentenza dell'appello, questa è stata annullata. I giudici di secondo grado, infatti, hanno scritto una "motivazione sommaria", riprendendo le conclusioni del consulente tecnico, ma senza verificarle.
Per questo, sarebbe necessario un nuovo processo, ma ormai il reato è caduto in prescrizione e risulta, quindi, estinto.