Cronache

Catanzaro, una statua per un cane seviziato e ucciso

Angelo era il suo nome e lo ricordano tutti

Catanzaro, una statua per un cane seviziato e ucciso

A Montepaone, in provincia di Catanzaro, è stata inaugurata una statua commemorativa per Angelo, il cane seviziato e ucciso a Sangineto, in provincia di Cosenza, nel novembre 2016.

A darne notizia è il giornale regionale "La Gazzetta del Sud". Quattro adolescenti furono i responsabili del gesto terribile ai danni del povero animale. Tutti furono condannati a un anno e quattro mesi di reclusione.

"La storia di Angelo non deve essere dimenticata, deve continuare a vivere nei cuori di tutte le persone e diventare il simbolo per il rispetto della vita. - ha scritto sulla sua pagina Facebook Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale dei Verdi con la delega alla responsabilità per i diritti animali, che continua - Angelo è morto in cerca di una carezza, senza fare un gemito, in silenzio. Mentre veniva impiccato e preso a mazzate, chiedeva un po' di pietà ai suoi quattro carnefici, scodinzolando. Questa giornata sia un momento per richiedere di punire con maggiore severità reati come l’uccisione di animali e il maltrattamento, specialmente quando sono accompagnati da crudeltà, efferatezza e compiacimento."
L'iniziativa del monumento commemorativo è stata organizzata da due associazioni di tutela degli animali: Be Positive Factory e Sos quattro zampe.

Ma la statua di Angelo non si trova solo in provincia di Catanzaro. Un anno fa ne fu inaugurata anche una a Roma.
Purtroppo in Calabria non è l'unico caso quello di Angelo. Appena un anno fa, nel luglio 2017, a Zungri, un piccolo paese in provincia di Vibo Valentia, ci fu un episodio simile.

Lì, dove uomini e animali convivono tra i vicoli stretti e la piazza centrale, venne consumato l'ennesimo, agghiacciante, scempio nei confronti di un cane randagio che, come tanti, ciondolava quieto nel piccolo centro, con quella indolenza che rappresenta un po' il tratto tipico dei paesini più remoti. Si trattava di Billy, pelo lungo e bianco, occhi buoni. Segni caratteristici che evidentemente turbavano qualcuno.

Per esempio chi lo volle impiccare e poi infilzarlo con un oggetto contundente durante la festa del paese.

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