Cronache

Il cavallo morto d’amore Salta l’ultimo ostacolo insieme alla sua padrona

Lavender era giovane e sana ma il suo cuore si è fermato un giorno prima di quello della padrona malata di leucemia

Il cavallo morto d’amore  Salta l’ultimo ostacolo  insieme alla sua padrona

Lei ha combattuto una lunga battaglia, durata oltre un anno, la sua beniamina, Lavender (8 anni), l’ha persa in poche ore. Emma Smith, 23 anni, abitava a Minster, una piccola cittadina inglese del Kent. Un’unica immensa passione nella sua breve vita. I cavalli. E quando si tratta di animali, possiamo volere bene a tutti quelli che ci hanno accompagnato nella nostra breve o lunga vita, ma ce ne sarà probabilmente uno che ci ha rubato l’anima più degli altri, uno che ha occupato pienamente il nostro cuore. E così è stato per Emma che è scomparsa il 20 di gennaio dopo che, un anno prima, i medici le avevano diagnosticato una grave forma di leucemia.

Julie e Malcom, i genitori della giovane, avevano capito subito che tra lei e Lavender (questo il nome che Emma aveva dato alla sua cavalla del cuore) si era instaurato un legame del tutto speciale, qualcosa che superava i confini che la natura ci ha assegnato, tanto da convincerli che Lavender fosse al corrente che alla sua padroncina era successo qualcosa di molto grave. Difficile dire da dove vengono certe convinzioni che paiono entrare nel campo del paranormale. Eppure chi possiede un certo grado di sensibilità sa che un fugace sguardo, tra due esseri viventi, può scivolare negletto nel tempo o aprire un mondo di empatia senza confini, che forse dura oltre la fine dei corpi stessi.

Il giorno prima della scomparsa di Emma, la sua Lavender è stata trovata morta nel box. Non era mai stata malata e il veterinario, chiamato a verificarne la morte, non ha saputo dare alcuna spiegazione. «Forse una rara forma di colica» ha detto. «È morta di crepacuore» ha asserito con assoluta convinzione Julie, la mamma di Emma. «Erano troppi giorni che Lavender non la vedeva, quando lei invece era lì, nel box, ogni momento. Le si è spezzato il cuore. Tutto qui».

Portata a casa quando era piccola, Lavender ha mostrato subito il carattere che aveva. Piuttosto disubbidiente, insofferente alle regole, tentava sempre di scappare per i campi. Quando tutti si erano convinti di lasciar perdere e cominciava ad affiorare l’idea di vendere quella cavalla capricciosa, Emma iniziò a lavorare con lei e a insegnarle tutto quello che sapeva. Poteva sembrare roba da film, ma Emma veramente era capace di «sussurrare» alla sua Lavender.

Racconta la mamma di Emma che, quando la ragazza ha ricevuto la notizia della sua malattia, si è messa ancora più di lena a cavalcare e a coccolare i suoi cavalli, fino a quando si sono aperte le porte dell’ospedale nel quale è morta con il conforto costante e la malcelata commozione di medici e infermieri.

Ogni giorno che passava in ospedale Emma non sperava altro che tornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi adorati cavalli e, nonostante l’enorme affaticamento e ai disagi causati dalla pesante chemioterapia, si poteva vederla in groppa a Lavender, cavalcare serena in mezzo ai prati.

I genitori di Emma, pur con l’anima spezzata dal dolore per la morte della giovane figlia, conservano un affettuoso ricordo di quella cavalla capricciosa che solo la sfortunata figlia sapeva gestire e che ha trovato una morte misteriosa proprio il giorno prima che il cuore di Emma si fermasse.

«Un caso» diranno in molti «una semplice coincidenza. Nulla di tanto strano». Può essere. Ma non mi si venga a raccontare che sono pure casualità le morti di tutti gli anziani soli che ho visto andarsene poche settimane dopo la dipartita del loro amato (e unico ) bene terreno, un cane o un gatto. E vice versa.

A meno che le coincidenze non piovano sulla terra arsa come le gocce di un temporale d’estate.

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