Cronache

Un cavillo "salva clandestini": se irreperibili niente processo

La denuncia di un giudice: processo sospeso se il clandestino dà un domicilio formale o fittizio. La Lega: "Minniti chiarisca"

Un cavillo "salva clandestini": se irreperibili niente processo

Processare i migranti e i clandestini diventa sempre più difficile. Se non impossibile nel caso gli imputati siano irreperibile o non abbia fissa dimora.

La denuncia arriva dal tribunale di Milano e in particolare dal giudice Guido Salvini, secondo cui la Giustizia non può essere certa che uno straniero senza fissa dimora sia a conoscenza del processo a suo carico, nemmeno se ha indicato come proprio domicilio quello del legale assegnatogli d'ufficio.

Per questo, come racconta il Corriere, il magistrato ha sospeso uno dei tanti processi in cui lo straniero imputato non si è presentato. Il dilemma - che rischia di diventare uno stratagemma burocratico per chi commette reato - è questo: il giudice deve considerare l'imputato assente (e quindi proseguire nell'udienza) o ignaro (e quindi sospendere il processo come previsto dalla legge)?

Un cavillo che di fatto blocca tutti i processi ai clandestini in quanto irreperibili. "In Lombardia la situazione immigrati è totalmente fuori controllo", denuncia Paolo Grimoldi (Lega Nord), "A fine 2016 secondo l'osservatorio regionale sui migranti erano 97mila i clandestini presenti sul territorio lombardo, immigrati irregolari da espellere ma irreperibili. E ragionevolmente questo numero è aumentato in questi setti mesi. Due di questi clandestini la settimana scorsa hanno aggredito due poliziotti in Centrale e sono stati espulsi, ma parliamo di almeno altri 100mila fantasmi irreperibili, eppure presenti sul territorio lombardo".

Per questo Paolo Grimoldi si rivolge al ministro Marco Minniti con un'interrogazione parlamentare.

"Sperando che stavolta si degni di rispondermi e soprattutto attivi le Prefetture per far reperire questi clandestini e attuare i provvedimenti di espulsione a loro carico", aggiunge.

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