Cronache

La Cei sceglie il successore di Bagnasco: Bassetti è il più votato dai vescovi

Il cardinale di Perugia Gualtiero Bassetti è il primo eletto nella terna dei candidati che sarà presentata al Papa per la successione al cardinale Angelo Bagnasco. Gli altri nomi: il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, e il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento

La Cei sceglie il successore di Bagnasco: Bassetti è il più votato dai vescovi

La scelta, com'è noto, è affidata al Papa. Sarà lui a nominare il nuovo presidente della Cei, valutando le indicazioni ricevute dal "parlamentino" dei vescovi italiani, che sottopone al pontefice una terna di nomi. Il cardinale di Perugia, Gualtiero Bassetti, ha ottenuto più preferenze per la successione al cardinale Angelo Bagnasco. Come riferisce una fonte interna su FarodiRoma.it al terzo voto, cioè al ballottaggio, Bassetti ha totalizzato 134 voti. Al secondo posto il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, che ha avuto 86 voti. Nelle due precedenti votazioni i risultati erano stati: Bassetti e Brambilla 44 , Montenegro (cardinale di Agrigento) 34. Nella seconda votazione ne ha avuti 59 e Montenegro 42.

Nel suo ultimo discorso all'Assemblea generale della Cei Bagnasco ha sottolineato che i vescovi italiani godono di un "legame unico" con il Papa al quale sono legati da "leale obbedienza e sincero affetto. Poi ha ricordato che la parola del Papa e "la sua testimonianza sono per noi indirizzo e sprone, e per il Presidente riferimento sicuro. In questo orizzonte, spesso ho detto che il mio programma sono i confratelli da ascoltare con umiltà e rispetto, attento a promuovere il dialogo, lo scambio, la fiducia e a proporre sintesi alte".

Nel ripercorrere i suoi dieci anni da presidente, Bagnasco ha ricordato che " da subito, ho concepito il mio compito come 'un servizio alla fraternità' e alla comunione, rispetto alle quali la Cei
è una 'struttura di servizio'". "La domanda incomprimibile - ha detto il porporato che sabato accoglierà il Papa a Genova, facendo un bilancio del decennale - è se potevo fare di più e meglio per amare tutti e ciascuno: altri risponderanno meglio di me. Comunque, quando nulla si cerca, nel segreto dell'anima prendono casa la serenità e la pace. A noi pastori spetta il compito di lavorare con retta intenzione e con tutto l'impegno possibile: il risultato è nelle mani di Dio che tutto vede e feconda. Insieme abbiamo camminato e parlato alle nostre comunità e al Paese".

"La vicinanza alle persone - ha aggiunto - ci ha permesso di conoscerne la vita reale e di dar voce a speranze, preoccupazioni e dolori del popolo. Questa prossimità ci ha consentito, a volte, di anticipare gli eventi, come quando - nel 2007 - abbiamo registrato pubblicamente che erano tornati i 'pacchi viveri' nelle nostre parrocchie, segno di ciò che sarebbe presto accaduto: la grande crisi. In questo senso, la gente ha sempre riconosciuto che i loro vescovi ci sono e sanno farsi eco rispettosa e autorevole in ogni sede, senza interessi personali o di parte.

Sempre ci hanno accompagnato le parole di sant'Agostino: 'Dio parla in tutta libertà anche per mezzo di uomini timidi'".

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