Cronache

Cesare Battisti, il legale: "Non è stato espulso, serve sconto di pena"

È sul tema della procedura in seguito alla quale Battisti è stato riportato in Italia che si affrontano accusa e difesa davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Milano. Il terrorista potrebbe ancora ottenere uno sconto della pena

Cesare Battisti, il legale: "Non è stato espulso, serve sconto di pena"

Cesare Battisti potrebbe ottenere uno sconto della pena e scampare all'ergastolo. C'è stato un duro botta e risposta questa mattina tra accusa e difesa davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Milano per la vicenda riguardante la pena comminata all'ex terrorista dei Proletari armati per il Comunismo arrestato dopo 40 anni di latitanza. E' sul tema della procedura in seguito alla quale l'ex terrorista è stato riportato in Italia che si affrontano le due parti, perché questo produce la formulazione della pena.

Mentre per il pg Antonio Lamanna, Battisti è stato espulso dalla Bolivia, per l'avvocato Davide Steccanella il suo arrivo in Italia è avvenuto a seguito dell'estradizione. Un accordo tra due stati, ovvero Brasile e Italia, nel primo dei quali non esiste la pena dell'ergastolo. Non dovrebbe comunque - secondo la linea di difesa - essere l'ergastolo la pena adatta a Battisti, in quanto l'Italia nell'accordo aveva promesso che, qualora riconsegnato, la pena per il condannato sarebbe stata commutata in 30 anni. Da questo discende che il legale chiede alla Corte che Battisti sconti 20 anni 7 mesi e 24 giorni. Dai 30 iniziali infatti il legale chiede di sottrarre il "presofferto" ovvero i 9 anni già scontati dall'ex terrorista (di cui un anno e 9 mesi in Italia, 3 mesi in Francia, 4 anni in Brasile e 3 di indulto).

Il terrorista aveva chiesto ai giudici di mantenere l'accordo di estradizione tra Italia e Brasile che prevede anche una diminuzione della pena.

Battisti è stato condannato a due ergastoli, perché ritenuto colpevole di quattro omicidi, commessi tra il 1978 e il 1979.

Nel patto tra Italia e Brasile, firmato dall'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, il 6 ottobre 2017, le condizioni poste dal Brasile per il rilascio del terrorista prevedevano che "il tempo massimo di esecuzione della pena inflitta non supererà nella sua effettività 30 anni di reclusione, e che il periodo di detenzione sofferto dall’estradato in Brasile ai fini della procedura di estradizione sarà computato nella pena da eseguire in Italia".

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