Cronache

Che il prossimo sia ​l'anno degli intelligenti

L’augurio è appunto che ci sia “nuova vita”, non il ripetersi di modelli e schemi che si sono dimostrati fallimentari. Ma insieme a “nuova vita” ci vuole anche “saggezza”

Che il prossimo sia ​l'anno degli intelligenti

Passare da un anno bisestile, il 2016, a uno che finisce con il 17, per i superstiziosi è un po’ come passare dalla pentola alla brace. Tra terremoti, alluvioni, crisi politiche, crisi bancarie e sciagure varie, l’anomalia dell’anno che ci lasciamo alle spalle ha rispettato in pieno la sua funesta fama. Archiviamolo, per quanto possibile, e non pensiamoci più. Incrociamo le dita e giriamo pagina, che se smembriamo il 17, nella simbologia il numero uno rappresenta l’unicità, la nuova vita, e il 7 la saggezza. Nuova e saggia vita. Questo ci aspettiamo nel 2017 da un sistema consumato da una lenta agonia. E qualche segnale già c’è. Il fatto, per esempio, che la gente chiamata alle urne abbia disatteso le indicazioni del “sistema” a sopravvivere a se stesso – dalla Brexit a Tramp, dal referendum italiano alle indicazioni che arrivano da altri Paesi europei – significa che un cambiamento reale è alla portata di mano. Gli scricchiolii nell’ottusa rigidità economica che l’Europa ha fino ad ora imposto ai paesi membri è un altro spiraglio di luce nel buio degli ultimi anni.

Cambieranno tante cose nel 2017, per esempio i governi italiano, francese e tedesco. L’augurio è appunto che ci sia “nuova vita”, non il ripetersi di modelli e schemi che si sono dimostrati fallimentari. Ma insieme a “nuova vita” ci vuole anche “saggezza”, perché il nuovo fine a se stesso non è di per sé portatore di novità ed efficienza, come dimostra l’imbarazzante esperienza della Raggi e dei grillini alla guida di Roma. “Saggezza” vuole dire esperienza, concretezza, coraggio: basta con gli sbruffoni e gli arroganti che a parole dicono di voler cambiare il mondo ma nei fatti non sanno cavare un ragno dal buco. Nel 2017 vorrei vedere all’opera persone intelligenti, ce ne sono tante ma non basta. Vorrei vedere all’opera persone intelligenti ma che abbiano la capacità di mettere a frutto la loro dote, di teorici del fare e dell’etica ne abbiamo visti all’opera purtroppo troppi. Vorrei vedere persone capaci di usare la loro intelligenza ma che siano anche generose nel condividere i loro successi e non arraffare quanto più possibile per se stessi e la propria cerchia di amici. Vorrei vedere all’opera persone intelligenti, concrete, generose ma anche buone, che è l’incontrario del buonismo, cioè che si muovano se necessario con fermezza ma sempre guidate dal buonsenso. Ecco, io mi auguro che se esistano persone di questo genere si facciano avanti, il 2017 potrebbe essere il loro anno. Anche perché se perdono questa occasione, dopo potrebbe essere troppo tardi, per loro e per tutti noi.

Auguri.

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