Economia

Chi chiede flessibilità raccoglie sfiducia

Chi chiede flessibilità raccoglie sfiducia

Le Borse europee sono cadute, con una flessione per i titoli bancari. Ma quella di Milano, con una perdita superiore al 5% è stata la peggiore per distacco, perché il listino bancario ha subìto perdite particolarmente rilevanti, per banche in difficoltà e banche sane. La ragione di ciò è che Renzi, ancora una volta, ha toppato. Infatti le norme varate dal Consiglio dei ministri per le sofferenze bancarie hanno deluso banche e investitori.

Quelle sui risarcimenti ai risparmiatori di Banca Etruria e delle altre quattro banche che si sono visti azzerare le loro azioni e obbligazioni sono state rinviate, dando la sensazione di un governo in imbarazzo, mentre il tribunale di Firenze dichiarava il fallimento di Banca Etruria. Si tratta di risparmiatori truffati da una banca che piazzava loro i propri titoli, mentre stava fallendo per mala gestione degli amministratori: parenti, amici e compagni (...)(...) di partito e di corrente di chi è al governo. Tutto ciò non ha a che fare con l'economia o il diritto bancario, ma con la tutela di diritti elementari.Le norme per lo smaltimento dei crediti bancari in sofferenza, ora mandate alle Camere, servono solo per smaltire le «senior», cioè quelle che sul mercato si vendono più facilmente. La garanzia pubblica per gli operatori specializzati che rilevano le sofferenze riguarda solo tali tipi di crediti e comunque è poco significativa, a causa del veto del Commissario europeo Vestager. Le norme per accelerare le procedure fallimentari che ritardano lo svincolo delle garanzie date dai debitori sono state rinviate. Troppo poco si è fatto per risollevare il mercato immobiliare onde valorizzare le garanzie su immobili. Si toglie solo l'imposta di registro per gli acquisti alle aste giudiziarie, che è incostituzionale perché gli imponibili sono privi di capacità contributiva. Invece occorrerebbe stabilire che i compromessi, i conferimenti e le cessioni di immobili a imprese non pagano l'imposta di registro, onde far funzionare il nostro mercato ora ingessato da un regime che non esiste altrove.

Il governo per le sofferenze delle banche ha varato un provvedimento-Aspirina, perché non è stato capace di negoziare con Bruxelles una soluzione ragionevole. Renzi ha ingaggiato con la Commissione Europea e la Germania la battaglia sbagliata. Invece di cercare di ottenere norme meno rigide e inique per le garanzie di Stato su quelle sofferenze, utilizzando le solide argomentazioni ora esposte dal governatore della Banca di Italia Visco, ha insistito sulla tesi per cui il deficit di bilancio del 2016 e del 2017 deve poter essere molto di più di quello calcolato da Bruxelles. Ciò comporta che il rapporto del nostro debito pubblico sul Pil, ora superiore al 132%, non subisca sostanziali riduzioni. Nel mercato si è generata la convinzione che l'Italia non voglia ridurre il suo debito pubblico. Ciò provoca la vendita dei nostri titoli e la rincorsa a quelli tedeschi, portando il differenziale fra i due attorno ai 150 punti, contro i 100 di pochi giorni fa. Poiché le nostre banche hanno molto debito italiano, ciò getta un'ombra negativa su banche sane. La situazione, invero, è sotto controllo perché la Bce continua a comprare debito pubblico italiano e la quota di esso in mani estere si riduce, diminuendo il nostro rischio di insolvenza internazionale. Ma il comportamento del governo alimenta l'opinione che esso non voglia gestire nel modo giusto i problemi bancari e di bilancio, perché vi antepone il suo interesse a mantenersi al potere.

Così l'Italia e la Borsa subiscono voti negativi che riguardano altri. Francesco Forte

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