Cronache

Chi compra e vende libri fuori dall'Italia rischia il carcere

Un vuoto normativo impedisce di portare fuori dal Paese libri con più di 50 anni. Insorge l'associazioni dei librai: "Siamo bloccati e non sappiamo a chi chiudere le autorizzazioni"

Chi compra e vende libri fuori dall'Italia rischia il carcere

Volete andare in vacanza all'estero portando una vecchia copia di Delitto e castigo della vecchia biblioteca del nonno? Potreste rischiare fino a 4 anni di carcere. In Italia chiunque venga sorpreso ad attraversare il confine con un libro stampato prima del 1965 rischia la prigione. Gli articoli 10 e 65 del Codice unico dei beni culturali sono molto chiari. "È vietata l’uscita definitiva dal territorio della Repubblica delle cose mobili che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni".

In pratica tutti i libri che hanno più di 50 anni non possono uscire dall'Italia. Un rischio per i lettori e un danno per il venditori di libri antichi. In realtà la legge avrebbe delle deleghe, o meglio le aveva fino ad agosto. Il decreto-legge n.78 del 19 giugno 2015 ha tolto alle regioni la tutela dei beni letterari ma non ha poi specificato a chi spettava concedere i permessi.

Per questo motivo il mercato antiquario risulta bloccato. Al momento il solo che può rilasciare deleghe è la Direzione generale Belle arti ma la soluzione potrebbe non bastare. Per Gianfranco Varcasia, segretario dell'ALAI (associazione Librai Antiquari d'Italia) la norma è sbagliata. "Non indicava ne le strutture preposte, ne il personale adeguato a seguire le pratiche". "Sappiamo esiste una circolare del ministero ma in realtrà non sappiamo a chi chiedere i permessi". L'altro grande problema individuato da Varcasia è rappresentato dal concetto stesso di bene culturale: "Non ha senso il solo criterio temporale, i gialli Mondadori di cinquant'anni fa non possono essere come i libri antichi". Quello che serviva era l'introduzione di soglie di valore, anche per proteggere i semplici cittadini: "Noi vorremmo introdurre una soglia si valore per stabilire cosè un bene culturale. Un libro che vale meno di 1000€ non può rientrare in questa categoria".

La proposta dell'ALAI verrebbe in contro alle attività la Direzione generale Belle arti che verrebbe ridurre in modo considerevole le domande dei permessi, ma soprattutto metterebbe al riparo tutti dall'arresto e dal carcere.

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