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Chi manipola la nostra mente (e fa soldi)

Sono i falsi guru che promettono una carriera o di farti diventare un genio. Ma attenti alle sette

Chi manipola la nostra mente (e fa soldi)

D iventerai un genio in 21 giorni: 2.600 euro. Farai carriera in tre mesi: 1.400 euro. Riuscirai a memorizzare un mazzo di carte in pochi minuti e sarai in grado di spostare gli oggetti con il pensiero. Fra i mille e più corsi per migliorare se stessi e le proprie capacità mentali, si consumano promesse (a pagamento) di ogni tipo. A volte sono sciorinate in versione anni Ottanta, per puntare dritti dritti a diventare top manager e fare soldi a valanghe. Altre sono in salsa new age, infarcite di concetti esoterici e irrazionali. I coach, o presunti tali, si celano dietro ad associazioni culturali, scuole di formazione, seminari, full immersion di una settimana in ville lussuose o in bellissimi hotel sul mare. Si definiscono «motivatori», sembrano usciti da film americani e pronunciano le frasi giuste con la dizione giusta da microfoni ad archetto. Roba che, dopo un paio d’ore di lavaggio del cervello, senti che anche tu potresti mangiarti il mondo, che ti sacrificheresti per il tuo compagno di gruppo, conosciuto due ore prima, più che per il tuo migliore amico. Perché hai energia e amore da esprimere ed hai un’irrefrenabile voglia di farlo. Dove sta la fregatura? Nella manipolazione, nemmeno tanto sottile, della nostra mente. Un meccanismo invisibile per cui il sedicente coach si trasforma in un guru in grado di annullare il nostro spirito critico e farci dire e fare ciò che vuole. Lo scopo è quasi sempre farci sganciare altri soldi per uno step successivo del nostro percorso mentale o spirituale. Oppure darci una missione e arruolarci fra i nuovi adepti: tradotto in termini poveri significa incastrarci in una manovalanza gratuita. E così, un semplice ) corso di memoria o di lettura veloce si trasforma in un’occasione ghiotta in cui i «profeti» della mente vanno a pescare le loro prede per fare soldi. Un corso motivazionale diventa una sorta di setta da cui non ci si riesce più a liberare. «Nella vita tutti abbiamo momenti di vulnerabilità - spiega Patrizia Santovecchi, presidente dell’Osservatorio nazionale sugli abusi psicologici - e diventiamo più facilmente reclutabili e influenzabili da persone in malafede. Ma vorrei sfatare il luogo comune per cui le vittime che cadono in questa trappola siano stupide, non è affatto così. A una signora che abbiamo appena aiutato è capitato di essere agganciata a un corso di yoga in palestra. Una nuova “amica” l’ha convinta a frequentare lezioni di yoga più specifiche e lì altri iscritti le hanno proposto di partecipare alle riunioni di un gruppo, di fatto una setta di sincretisti, in cui si parlava di spiriti e forze maligne. Le hanno fatto una specie di lavaggio del cervello, mettendole in testa strane idee sulla presenza dei demoni nella nostra vita ed hanno cercato di venderle dei dipinti (a 30mila euro) di un autore molto ispirato che, se appesi in casa, l’avrebbero protetta dalle energie del male». Il sottobosco delle associazioni in cui si rischia la manipolazione è fitto: si passa dai gruppi che puntano sui giovani (alimentando la loro autostima, la voglia di fare carriera e di avere successo o semplicemente di orientarsi per trovare la strada da seguire per il loro futuro), a quelli che hanno come target le persone fragili e le irretiscono con formule molto vicine alle ritualità delle sette. Solitamente il primo incontro ai seminari è sempre gratuito: e se alla fine della presentazione la maggior parte delle persone se ne va più scettica di prima, in cinque o sei ci cascano. Eccole, sono loro le prede finite nella rete, quelle da «cucinare» ben bene a suon di sessioni, meditazioni, life coaching, riunioni semi clandestine. E di bonifici bancari. A qualcuno questa può sembrare la sceneggiatura di un film, ma il fenomeno in Italia è molto diffuso in tutte le sue declinazioni, da quella più soft dei corsi di super memoria fino alle sette sataniche. Sono infatti oltre un milione i seguaci di psico sette a sfondo olistico o pseudo religioso. «Le persone vengono spesso spronate ad allontanarsi dagli amici abituali così diventano più influenzabili - spiega Santovecchi -. Oppure viene fatto credere che la madre o il padre emanano solo energie negative. Allontanare dalla famiglia significa aumentare l’influenza del guru di turno. A volte abbandonare questi gruppi o sette diventa davvero difficile». Ti viene chiesto di non parlare con nessuno di quello che ci si dice agli incontri, se non porti nuovi iscritti al seminario, vieni additato dal gruppo e a volte deriso pubblicamente, come il peggiore dei venditori porta a porta. Ricevi pressioni e telefonate e non riesci a tirarti fuori dal giro di «sudditanza psicologica». L’unica via è rivolgersi alle associazioni anti plagio, allo psicologo, all’avvocato, ai numeri verdi anti setta o, nei casi più gravi, alle forze dell’ordine.

LA LEGGE CHE NON C’È Il problema dell’Italia è che i gruppi di manipolazione mentale nascono e crescono come funghi senza che nessuno dica nulla. La legge tace. Esattamente dal 1981, cioè da quando è stato abolito il reato di plagio. In teoria il provvedimento era stato ritirato per renderlo più preciso e puntuale in alcuni passaggi. In realtà giace da quasi 40 anni in un cassetto. È vero che, quando si parla di plagio, non è semplice stabilire con esattezza il confine tra lecito e non lecito ma noi siamo fermi al palo mentre Svizzera, Francia e Belgio hanno introdotto il reato di manipolazione mentale. C’è da dire che il modo per incastrare i falsi coach e i ciarlatani a caccia di denaro esiste. «La legge ci dà degli strumenti e utilizziamo quelli in attesa di un provvedimento ad hoc - spiega Francesco Alagna, legale dell’associazione anti abusi psicologici -. I reati identificabili sono, nei casi più gravi, quello di truffa e riduzione in schiavitù psicologica, oppure di minacce e violenza personale, circonvenzione di incapace e maltrattamenti in famiglia. Esistono poi i reati di abuso della professione di medico e di psicologo. E poi ci sono quelli che puniscono chi tenta di impedire le comunicazioni telefoniche e telematiche con chi non sia adepto, che di fatto si scagliano dritti dritti contro il tentativo dei guru di isolare i propri seguaci per annullare il loro spirito critico».

«LIBERATI DEL DENARO» Le denunce di qualche adepto pentito sono servite a smantellare i giri peggiori. Ad esempio il fenomeno della ruota dell’abbondanza e della solidarietà, intercettata dalla Guardia di finanza. Di cosa si tratta? Di una moderna catena di Sant’Antonio in versione New Age in cui sono cascati professionisti, casalinghe, commercianti attratti dalla promessa di facili guadagni. Ognuno versa la sua quota di adesione (con una base di 2.500 euro) donandola in contanti a un perfetto estraneo, come estremo gesto liberatorio e di distacco dalla materialità. E a sua volta, dopo qualche passaggio, dovrebbe ricevere denaro da altri neo arruolati mai visti in faccia prima, con il miraggio di incassare 30mila, o anche 80mila euro. Una truffa infiocchettata che si cela dietro riunioni in cui ci si vuole tutti bene e ci si aiuta a realizzare i propri sogni. Serate da cui si esce emotivamente carichi e convinti di essere a un passo dalla svolta.

LA DERIVA DELLE SETTE E poi ci sono le sette, 8mila in Italia nel 2007 in base alla fotografia scattata dalla polizia postale e, verosimilmente, 16mila oggi in base ai dati dell’Osservatorio anti abusi. Sotto le vesti di associazioni culturali e di cooperative, propongono rinascite spirituali e purificazioni alimentari (ovviamente a base di prodotti non contaminati e iper sani venduti solo nei loro centri, dove un cavolo cappuccio costa quattro volte tanto rispetto a quello «impuro» del supermercato). Nei casi più gravi il guru, oltre a denaro, cerca di ottenere favori sessuali e convince i seguaci a discostarsi dalle terapie mediche tradizionali per una medicina alternativa che è più frutto di suggestioni che altro.

Esistono le sette esoteriche, sataniste, i gersoniani (che abbandonano farmaci e chemio per curare lo spirito prima che il cancro), i damanhuriani, federazione ispirata a una divinità egizia e talmente chiusa da utilizzare un proprio conio.

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