L'articolo della domenica

Chi non difende i suoi confini, poi non si lamenti dei muri

I padri fondatori dell'Europa si sono preoccupati di creare tante istituzioni: Parlamento, Consiglio, Corte di giustizia, Banca centrale, la moneta unica. Bravi! Però nessuno ha mai stabilito quali sono i confini della Comunità

Chi non difende i suoi confini, poi non si lamenti dei muri

La leggenda ci racconta che quando Romolo ha fondato Roma, con un aratro trainato da buoi ha tracciato il confine della città. E ha precisato che quel solco era sacro e non poteva essere varcato da nessuno. Quando il fratello Remo lo scavalcò, Romolo lo uccise. Questa storia ci dice che l'atto fondativo di uno Stato è dato dalla delimitazione del confine inviolabile per tutti coloro che non fanno parte della comunità.

Quanto vale per gli Stati vale anche per le associazioni, le chiese, i partiti. Nessuna comunità esiste se i suoi membri non si riconoscono fra di loro e non si distinguono da coloro che non ne fanno parte. E costoro devono ottenere un permesso dai primi anche solo per entrare fisicamente nei luoghi della comunità.

I padri fondatori dell'Europa si sono preoccupati di creare tante istituzioni: Parlamento, Consiglio, Corte di giustizia, Banca centrale, la moneta unica. Bravi! Però nessuno ha mai stabilito quali sono i confini della Comunità e non ha mai pensato di costituire un esercito per la loro difesa. In questo modo non hanno fatto sentire ai cittadini europei di far parte di una patria comune con uguali doveri e uguali diritti e non si è avviato il processo di progressiva riduzione del peso degli Stati nazionali e dei loro egoismi. Non è stata creata una comunità di cittadini, ma una comunità di Stati e i suoi confini sono i confini degli Stati. Ogni Stato è totalmente libero di spalancarli come ha fatto la Merkel lo scorso anno o chiuderli come ha fatto l'Inghilterra o l'Ungheria. I muri contro cui tuonano il Papa e il presidente Mattarella sono un patetico rimedio alla mancanza di veri confini europei che consentirebbero una corretta politica di ammissione o respingimento dei profughi. Dei Paesi europei l'Italia è la più esposta perché ammettiamo tutti quelli che arrivano: cinesi, asiatici, sudamericani, africani senza alcun criterio selettivo. E soprattutto tutti i migranti e i loro scafisti raccolti nel Mediterraneo dalle navi di tutte le nazionalità che li sbarcano sempre sulle nostre coste.

Poi se la Francia, l'Austria, la Slovenia chiudono i loro confini, tutti quelli che arrivano ce li teniamo noi.

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