Cronache

Chi sono i coniugi Martin, canonizzati durante il Sinodo

"Un esempio concreto di santità familiare accessibile a tutti": questa è la testimonianza della coppia di coniugi che saranno canonizzati da Papa Francesco il prossimo 18 ottobre

Chi sono i coniugi Martin, canonizzati durante il Sinodo

Un’umiltà straordinaria e una vita dedicata all’Amore. Un amore multiforme: per Cristo prima di tutto, ma anche l’uno per l’altra, per i propri genitori, per i figli, e quello profuso verso il prossimo attraverso la carità, al di fuori del circolo familiare. Questa è la storia “ordinaria” e al contempo straordinaria dei coniugi Luis Martin e Zelie Guérin, che saranno canonizzati da Papa Francesco domenica prossima, 18 ottobre, a partire dalle 10.15 in piazza San Pietro, assieme ai beati Vincenzo Grossi e Suor Maria dell'Immacolata Concezione.

Proprio nei giorni in cui si riunisce il Sinodo sulla Famiglia, infatti, verrà proclamata santa, per la prima volta insieme, una coppia di coniugi che costituisce un esempio concreto di santità familiare. I coniugi Martin, infatti, si sposano a mezzanotte del 13 luglio 1858 nella chiesa di Notre-Dame de Alençon, qualche mese dopo il loro primo incontro. Il loro matrimonio durerà 19 anni, fino alla morte di Zelia a causa di un tumore al seno nel 1877. Nel frattempo danno alla luce nove figli, quattro dei quali morti precocemente. Le altre figlie, cinque, si consacrano tutte alla vita religiosa. Tra loro spicca Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona dei Missionari e dottore della Chiesa, mentre anche per un’altra delle figlie dei coniugi Martin, Marie-Leonie, è stata aperta una causa di beatificazione.

“Il Sinodo da tante indicazioni”, ha detto padre Ciro Benedettini, vicedirettore della sala stampa vaticana, ma quello dei coniugi Martin è l’esempio più importante, quello “concreto della santità familiare, che non è un sogno o una chimera, ma qualcosa che si può raggiungere”. Proprio la “imitabilità” da parte di tutti dell’esempio dei coniugi Martin, viene dunque considerato l’elemento più importante, soprattutto durante i lavori di questo Sinodo.

Il cammino verso la santità dei coniugi Martìn inizia nel 1946, quando il vescovo di Lisieux esprime il suo desiderio di esaminare la causa dei genitori di Santa Teresa di Gesù. Nel 2008 vengono proclamati beati a Lisieux. Il riconoscimento di due miracoli, avvenuti grazie alla loro intercessione, infine, li ha portati ad essere proclamati santi. Si tratta di una duplice guarigione miracolosa. La prima, riconosciuta da Papa Benedetto XVI il 3 luglio del 2008, è quella del piccolo Pietro Schilirò, nato a Milano nel 2002 con delle malformazioni, che sopravvive miracolosamente alla sua malattia e guarisce nel giro di un mese, il 28 giugno dello stesso anno, dopo le preghiere dei genitori ai coniugi Martin. Il 18 marzo di quest’anno Papa Francesco ha poi riconosciuto il secondo miracolo attribuito ai coniugi Martin, quello della guarigione della piccola Carmen, nata a Valencia con una grave emorragia cerebrale, e guarita miracolosamente poco tempo dopo la beatificazione della coppia nel 2008.

Proprio i due bambini miracolati porteranno domenica prossima in dono al Santo Padre il reliquiario contenente i resti dei due prossimi santi, secondo quanto ha annunciato oggi Padre Antonio Sangalli, Vice-Postulatore della Causa di canonizzazione. Il reliquiario, alto 60 cm conterrà un frammento delle costole dei beati Zelie e Luis.

“Guardando a come loro hanno vissuto possiamo scoprire quello che i due sinodi vogliono aiutarci a riscoprire ovvero che la famiglia non è principalmente un luogo del conflitto ma è il luogo dove si impara a comunicare” ha detto padre Romano Gambalunga, Postulatore della Causa di beatificazione, “questo accade quando il matrimonio è vissuto come una vocazione”. La bellezza dei coniugi Martin, il cui ritratto già campeggia sul balcone della basilica San Pietro, assomiglia alla bellezza di Dio, ha ricordato infine Padre Olivier Ruffray, Rettore del Santuario di Lisieux.

Si tratta di una famiglia di altri tempi, è stato ricordato infine, ma che è portatrice di un messaggio sulla estremamente attuale, soprattutto in queste settimane in cui si discute della vocazione e della missione della famiglia nel mondo.

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