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Chi trova il lavoro sarà un precario

Il paradosso del reddito: i 6mila tutor assunti come collaboratori. Centri per l'impiego, Regioni in allarme

Chi trova il lavoro sarà un precario

Saranno generosi e coraggiosi: questo solo si è capito degli ormai mitici navigator, le figure incaricate di prendere per mano i milioni di percettori del reddito di cittadinanza e condurli verso un posto di lavoro. Generosi perché saranno tutti precari, assunti con la formula dei co.co.co di durata inferiore a due anni, ma dovranno darsi da fare per trovare ai disoccupati contratti a tempo indeterminato. Coraggiosi, perché si troveranno a dispensare i loro consigli con una formazione ridotta all'osso, se non addirittura inesistente.

Nella telenovela del reddito di cittadinanza ogni giorno spunta un particolare che arricchisce la lista delle incongruenze del provvedimento, mentre il vicepremier Di Maio si adopera per alzare l'abituale cortina fumogena. Per disinnescare la barzelletta dei disoccupati affidati ai precari, ha detto che questi ultimi saranno in un prossimo futuro stabilizzati. Se non che sia i precedenti sia le norme approvate rendono più che problematico realizzare la promessa. Tanto per cominciare i navigator (seimila il loro numero) saranno assunti da una società per azioni, Anpal Servizi, partecipata dall'Anpal, l'agenzia per le politiche del lavoro. Questo consentirà di abbreviare i tempi, senza fare concorsi pubblici, anche se poi i navigator dovranno trasferirsi, con una qualche formula giuridica, nei Centri per l'impiego che sono regionali. Le somme stanziate per loro sono pari a 200 milioni per il 2019, che diventano solo 50 per il 2021; il che, per l'appunto, fa capire che per la maggioranza i contratti si fermeranno al 2020.

Poi che succederà? Una stabilizzazione da una società partecipata dallo Stato alle Regioni è impossibile. Di concorso interno, il meccanismo usato di solito in questi casi, non si può neppure parlare. Se a farsi carico della loro assunzione fosse l'Anpal, agenzia statale, a ribellarsi sarebbero le Regioni, espropriate di una delle loro competenze stabilite in Costituzione. Già ieri, al termine dell'incontro tra gli assessori regionali e Di Maio, i primi hanno messo dei paletti precisi. «Uno dei temi su cui abbiamo più perplessità è quello dei navigator e abbiamo chiesto un accordo prima delle assunzioni», ha detto Cristina Grieco, assessore in Toscana.

In realtà nel recente passato Di Maio ha dimostrato di non volere stabilizzare alcunché. Tra i 1.100 dipendenti dell'Anpal, l'agenzia che coordina a livello nazionale i centri per l'impiego, i precari sono già 654, anche loro quasi tutti co.co.co. Hanno chiesto, pure con clamorose manifestazioni pubbliche, di essere assunti a titolo definitivo, ma la legge di bilancio ha stanziato in tutto un milione, quanto serve al massimo per 25 tra loro.

Per i grillini sono dettagli, particolari senza troppa importanza. Per loro l'unico vero imperativo è quello di fare in fretta, di arrivare prima delle elezioni europee. Ma anche nella migliore delle ipotesi i tempi tecnici per la selezione dei navigator parlano di una data a cavallo dell'estate, senza che sia previsto nel cronoprogramma un periodo per alcun tipo di formazione. Ancora peggio andrà per le altre quattromila persone che dovranno rafforzare i centri per l'impiego. Ad agire, in questo caso, dovrebbe essere ogni singola Regione, il che porta a venti concorsi separati. A meno che, anche per loro, non si deleghi tutto a un ente statale (ma la questione è, per le stesse ragioni citate nel caso dei navigator, politicamente incandescente). Per gli esperti ci vorrà un anno. Ma Di Maio è tranquillo: ha detto che già il 5 marzo, primo giorno utile per chiedere il reddito, punta a emettere le prime carte di credito postali.

L'importante è pagare.

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