Cronache

Di chi è la vetta del Monte Bianco?

La vetta del Monte Bianco è italiana o francese? A dare una risposta c'hanno provato Laura e Giorgio Aliprandi, tra i massimi esperti di cartografia alpina

Aiguille d'Argentiere, sul versante francese del Monte Bianco
Aiguille d'Argentiere, sul versante francese del Monte Bianco

La vetta del Monte Bianco è italiana o francese? A dare una risposta c'hanno provato Laura e Giorgio Aliprandi, tra i massimi esperti di cartografia alpina, nelle loro ricerche hanno dimostrato qual è il confine storicamente corretto. "Il 'vero' confine del Monte Bianco è quello che si ritrova sulle carte italiane, che vogliono la cima divisa tra i due paesi dalla linea della cresta spartiacque, secondo il confine naturale. Oltre che sulla logica che regola in generale l'andamento dei confini delle zone montuose, questa versione si basa sul trattato di annessione della Savoia alla Francia: il trattato di Torino, che risale al 1860. A conferma di questo, c'è anche una lettera scritta da Napoleone III al conte milanese Francesco Arese nel 1860 alla vigilia della firma del trattato. Questa lettera, da noi considerata come la “prova regina” della querelle, parla di una frontiera che passa chiaramente lungo la cresta spartiacque. I francesi tuttavia basano le loro carte attuali sul trattato precedente a quello di Torino, quello di Cherasco, siglato nel 1796. Lì veniva stabilito che il confine doveva passare oltre la cima verso la Valle d'Aosta, sui punti più avanzati dalla parte del Piemonte, cioè sulla cosiddetta 'cresta militare', e non su quella naturale", spiegano all'Huffingtonpost.

“Mentre la copia italiana dell’intero documento del 1860 è conservata all’Archivio di Stato di Torino, in Francia non c'è più alcuna traccia della carta geografica annessa al trattato. I francesi sostengono che sia andata distrutta durante l'occupazione tedesca, ma già negli anni immediatamente successivi alla firma, il trattato di Torino sembra esser stato messo da parte: il cartografo francese Mieulet, infatti, nella sua carta del 1865 disegna i confini così com’erano stabiliti dal vecchio trattato di Cherasco. Da quel momento nulla è cambiato: l'Italia ha continuato a basarsi sul trattato di Torino, la Francia, dopo aver 'smarrito' la sua copia, su quello del 1796. Il problema è che anche le carte tedesche e svizzere, così come Google Maps, si basano sulla versione francese, storicamente non corretta", aggiungono. "Al momento in cui è stato siglato il trattato di Torino, nel 1860 e negli anni successivi, lo stato italiano - spiegano - aveva ben altre preoccupazioni che la cima del Monte Bianco", dicono i coniugi Aliprandi, "si stava fondando il Regno d'Italia e c'erano altre priorità, come la questione meridionale e quella romana. Passato quel momento, poi, la diversa interpretazione del confine del massiccio non è più stato argomento di discussione, quasi ci fosse un tacito accordo tra i due paesi". D'altronde, ricordano i due studiosi, "per la Francia possedere interamente la cima del Monte Bianco - la montagna più alta delle Alpi - rappresenta un fattore di grande prestigio. L'Italia, invece, sembra ragionare in maniera diversa: alle prese con centinaia di beni meravigliosi e diversissimi tra loro, ecco che per lei il Monte Bianco passa in secondo piano.

E fino ad oggi non c'è mai stato alcun interesse economico che spingesse a rivendicare la vetta".

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