Cronache

Chiamano il bambino Jihad: il giudice gli fa cambiare il nome

Secondo la magistratura francese la decisione è "negli interessi del bambino"

Chiamano il bambino Jihad: il giudice gli fa cambiare il nome

È a causa del terrorismo internazionale che un nome che di per sé avrebbe un significato spirituale è diventato sinonimo di "guerra santa" e delle operazioni terroristiche di quei gruppi, da al-Qaida al sedicente Stato islamico (Isis) che giustificano con la religione i loro attacchi in giro per il mondo. È per questo che un giudice di Tolosa ha costretto i genitori di un bambino nata ad agosto dello scorso anno a cambiargli nome: non più "Jihad", ma piuttosto "Jahid".

A ottobre dello scorso anno il comune di Tolosa aveva presentato ricorso, dopo che la famiglia di origini arabe aveva deciso di dare quel nome al bambino. La tesi della municipalità era che in un contesto segnato - anche in Francia - da più di un atto di terrorismo, il significato originale del nome, che indica lo "sforzo", la "lotta" del singolo, piuttosto che la lotta armata, venisse a perdersi. E ora "nell'interesse del bambino" un giudice cittadino ha deciso che la famiglia dovrà fare un passo indietro.

Non è casuale la motivazione addotta dal giudice. È dal 1993 che l'unico caso in cui un tribunale può intervenire in una situazione del genere è qualora ritenga che il nome assegnato a un bambino vada contro i suoi stessi interessi. La stessa che si era presentata due anni fa a Roubaix, quando un "Jihad" era ancora una volta diventato "Jahid" per decisione della magistratura.

In passato la stessa situazione si era proposta con nomi altrettanto controversi, anche se per ragioni differenti. I giudici francesi avevano infatti impedito a due famiglie, dicono le cronache locali, di chiamare i propri figli Nutella e Fraise (fragola, in francese).

Se nel primo caso la ragione è piuttosto evidente, nel secondo il giudice aveva fatto notare che nello slang l'espressione "ramène ta fraise" (traducibile grosso modo con 'muovi il c*** e vieni qui') avrebbe potuto esporre la bambina allo scherno dei coetanei.

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