Cronache

Chiesa, un vescovo fa appendere un crocifisso a testa in giù

In una chiesa austriaca, il vescovo ha disposto un crocefisso in modo che fungesse da orologio. E così l'immaginario sacro viene stravolto ancora una volta

Chiesa, un vescovo fa appendere un crocifisso a testa in giù

Alcune istituzioni della Chiesa cattolica continuano a stupire chi, almeno dal punto di vista artistico e iconografico, vorebbero veder mantenuto un certo stile e una certa fermezza, che sono poi rilevanti, soprattutto per un cattolico, anche sotto il profilo dottrinale. In queste ore ha fatto notizia la mossa del vescovo della diocesi austriaca di Innsbruck, monsignor Hermann Gletter, che ha, semplificando, disposto di appendere sottosopra un antico crocefisso ligneo.

Un'opera classica dell'arte sacra, quindi, è stata stravolta, sino a far sì che il fondatore stesso della religione cristiana finisse capovolto. E questo fatto già presta il fianco a chi parla di modernismo imperante tra le istitutizioni e i membri del clero. I cosiddetti tradizionalisti, insomma, non possono che registrare l'ennesimo caso sindacabile. Vi ricorderete, per esempio, delle gigantografie di Mao apparse sui muri di una parrocchia del basso Lazio. La motivazione celata dietro questa mossa di Gletter, poi, è tutta un programma: far sì che l'opera segni l'ora, come farebbero una meridiana o un orologio, per dar vita a una sorta di allegoria propria dell'arte moderna. Il tutto è avvenuto, come raccontato per filo e per segno da Tirol Today, nella chiesa presente nel nosocomio della cittadina dell'ovest austriaco. Gletter ha fatto sì che la cosa venisse discussa soprattutto perché, per far sì che la composizione arrivasse ad avere la valenza di un pendolo - questo è l'obiettivo dichiarato dal vescovo, unito però a questa presunta elaborazione del corpo umano secondo una riscoperta della concezione corporale del Rinascimento (come si legge su Il Foglio) -, sono state separate le braccia del Cristo dal resto.

Il che, ovviamente, costituisce un secondo atto perlomeno sindacabile. A Innsbruck, insomma, va in scena l'ennesimo atto di una Chiesa non è più fedele ai suoi dogmi. Questo - si può ampiamente pronosticare - verrà ribadito con forza da chi, specie rispetto al nord Europa, denuncia l'avanzata della protestantizzazione.

E cioè quel processo per cui la Chiesa cattolica sembra destinata a divenire sempre più laica, sempre meno rigida sulla tradizione e sempre più disposta a rielaborare l'immaginario sacro che ha contribuito, alla creazione prima e allo sviluppo poi, di quella che viene chiamata civiltà occidentale.

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